MERAVIGLIE SONORE NELLO SCRIGNO ARENIANO Continua la ministagione areniana
Agostana coraggiosa ed a mio avviso da sostenere ed acclamare. Ho assistito a
due gemme di concerti notevoli.
Il primo, sabato 8 agosto, VERDI
GALA, emozionante e vibrante sotto la focosa e splendida direzione del
maestrissimo, che già al suo salire sul podio scatena l'entusiasmo da autentico
leone mattatore del podio, allargando le braccia con un gran significato. Guida
gli ottimi complessi areniani (ORCHESTRA E CORO DELLA FONDAZIONE ARENA DI
VERONA) con mano fermissima e fulminea. Non si perde una nota, un sospiro, una
frase ed un fraseggio. Da grande par suo. E si rivolge al pubblico che gli ha
interrotto con applausi veementi l'ultimo pianissimo etereo e splendido del
coro, rimproverandolo con posata forza . Cosa che sottoscrivo ed approvo.
Perche' interrompere la sublime magia di una chiusura cosi ricca di maestria?
Il coro areniano, guidato dal maestro Vito Lombardi, è
mirabile negli attacchi di “Oh Signore dal tetto natio” e appunto “Va
pensiero" bis anche finale. Ho preferito le sezioni femminili, molto
corrette e musicalissime nelle Streghe del Macbeth, piuttosto dei colleghi
maschi nel pur ottimo “Si ridesti il leon di Castiglia". Avrei
desiderato più forza, più essenza “maschiosa" (aggettivo rubato al M. Oren…) pur
ribadendo i miei concetti dell'articolo precedente.
I solisti sono il
soprano Eleonora Buratto, splendida nel fraseggio, nel legato
sublime, ma con qualche fissità negli acuti. L'ho molto apprezzata nei duetti di
Luisa Miller e di Otello, dove la sua voce trova la veste
migliore
Un grande leone della scena è il tenore Francesco Meli.
Voce bellissima, musicalissima, omogenea in ogni registro, fraseggio di
altissima classe, il tenore genovese si conferma il top di gamma della sua
categoria.
Gli fa eco il baritono Luca Salsi altro
grandissimo e top della categoria baritoni.Voce brunita, splendida, che ti
avvolge in un abbraccio setoso con le sue bronzee suggestioni, dona brividi a
chi ascolta anche per il sapiente scavo psicologico di ogni personaggio
affrontato.
Tre voci italiane di cui essere assolutamente orgogliosi!
Spumeggiante e con gran finale di fuoco d'artificio e tre bis il
ROSSINI GALA andato in scena il 14 agosto.
In coerenza con lo
stile effervescente e fantasmagorico del compositore pesarese, il direttore
Jader Bignamini, attento e ben posizionato alla guida di
Orchestra e Coro della Fondazione Arena di Verona sempre ottimi e musicali
(tranne qualche defaillance degli ottoni nella stretta finale della sinfonia del
Guglielmo Tell).
Il soprano Lisette Oropesa ha una voce
ricca di vibrato, agilità sgranate e ricche di suggestione ed un pepe ed una vis
comica che mi fa pensare che abbia frequentato Broadway ed il musical
Come splendida nel rondò di Cenerentola, anche se a mio modesto
avviso ha cambiato spesso le frasi musicali ponendole in alto anziché scendere,
è il mezzosoprano Marina Viotti. Ha una voce molto bella,
seppure non molto scura, e grande gestione di fraseggio e musicalità eccelsa.
Il tenore Levy Sekgapane è il tipico tenore contraltino
rossiniano: agilità maestrale, voce piccola ma sicura ed acuti saette. Ha
entusiasmato in Idreno di Semiramide e nell'aria finale del
Barbiere di Siviglia “Cessa di piu resistere".
I baritoni
Mario Cassi e Alessandro Corbelli sono due
fuoriclasse. Cassi entusiasma nella Cavatina di Figaro con una voce
stentirea ed allo stesso tempo morbida e musicale, con una verve raggiante da
mattatore. Corbelli è un gran signore della scena e tratteggia da par suo,
avvincendo e divertendo il pubblico nell'aria di Don Magnifico dalla
Cenerentola e commovendo con pregnante emozione nel Resta immobile
dal Guglielmo Tell.
Insieme donano un momento di altissimo
stile rossiniano nel duetto “Un segreto d'importanza“ dalla
Cenerentola.
Ottimo e musicalissimo, di gran classe è il basso
Roberto Tagliavini, splendido nella Calunnia ed incisivo
Mosè nella preghiera finale.
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