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Recensione Requiem di Mozart e concerto Le stelle dell'opera - Fondazione Arena di Verona 2020

Maria Cristina Chiaffoni, 06/08/2020

In breve:
Verona, 31 luglio e 1 agosto 2020 - Recensione del Requiem di W. A. Mozart e del concerto Le stelle dell'Opera in scena all'Arena di Verona nella speciale stagione lirica 2020.


NEL CUORE DELLA RINASCITA DELLA MUSICA IN ARENA
Un colpo al cuore. Tu musicista che hai sofferto durante quei pesanti mesi di silenzio entri nell'anfiteatro che ti ha visto giovanissima spettatrice, poi corista ed infine ancora spettatrice, ma in veste di critico o meglio cronista musicale. Vederlo ancora vivo pure nelle ristrettezze imposte da un virus che ancora è minaccioso in altre parti del mondo e giustamente tenuto in considerazione da noi, mi ha commosso nel profondo.
Vi parlo di due spettacoli, diversi tra di loro, ma a mio avviso ben articolati e condotti.

Il primo è REQUIEM di Mozart andato in scena all'Arena di Verona il 31 luglio.

Un piccolo incipit: non e' una critica, non lo può essere.

Da artista sfido chiunque a criticare o puntare il dito contro colleghi ed artisti che lavorano in condizioni non ottimali anzi definirei estreme.

Basti pensare al coro distanziato in maniera tale che un soprano primo e' ad un 400 m da un basso. Eppure il CORO DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA ha saputo ben sostenere con suono fermo e grande coraggio una sfida non facile. Su tutto il sublime e perlaceo pianissimo da brividi nel “Voca me" dopo il “Confutatis maledictis" da manuale eseguito dalle sezioni femminili. Certo i tempi erano volutamente lenti, per evitare scollature rovinose nelle fughe, qualche tenore ha sforato, ma niente di grave o inascoltabile. Un grande plauso al coro Areniano ed al suo direttore VITO LOMBARDO .

Come è da lodare la direzione autorevole, quasi fiammante alla continua, proficua ricerca di colori e fraseggio sopraffino, di MARCO ARMILIATO, che ha saputo donare fuoco e suggestione all'ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA come anche al coro.

Per quanto riguarda i solisti su tutti ha brillato l'elegante porgere in piena aderenza allo stile mozartiano del mezzosoprano SONIA GANASSI, una splendida garanzia con la sua voce di velluto bronzeo.

Il soprano VITTORIA YEO ha una bellissima voce, ma più adatta ad un Verdi piuttosto che al compositore austriaco.

Come anche il tenore, SAIMIR PIRGU, è stato eroico e temperamentoso nei suoi interventi. Buono e stentoreo, musicalissimo, il basso ALEX ESPOSITO si e' imposto con autorevolezza nel “Tuba mirum".

E' stato uno spettacolo, un ascolto gradevole e soprattutto colmo di speranza e volontà in un'Arena commossa che si è alzata in piedi per onorare, su invito del sindaco Sboarina, le vittime di questa tragedia che ha scosso e coinvolto tutti noi.

Il giorno dopo ho partecipato al concerto"LE STELLE DELL'OPERA".

L'Anfiteatro era quasi vuoto (forse 2000 persone), ma vi garantisco che l'entusiasmo e gli applausi sembravano da Arena piena.

In scena ANNA NETREBKO, è stata semplicemente meravigliosa in ogni personaggio presentato da Elisabetta di Valois ad Adriana Lecouvreur, passando per Adina e Maddalena di Coigny terminando con una Gilda nel quartetto di Rigoletto da manuale. La voce pastosa e imponente sa giocare con immensa maestria con pianissimi perlacei improvvisi ed acuti raggianti, rotondi e morbidi.

Suscita entusiasmo anche il suo compagno di vita, il tenore YUSIF EYAVAZOV dotato di una voce che a mio avviso è notevolmente migliorata, maschia, uniforme in ogni registro e con acuti eroici che riempivano l'Arena. Oltretutto il tenore valorizza ogni parola, ogni pausa,ogni fiato con grande maestria.

Un po' piu pallida nel confronto con gli altri è il mezzosoprano EKATERINA GUBANOVA, dotata di voce molto bella, scura e brunito, con ottimo slancio negli acuti, ma molto fredda nell'espressività e nel fraseggio.

Mi è parso affaticato l'unico italiano del cast, grandissimo, AMBROGIO MAESTRI che comunque ha donato una memorabile “Nemico della patria", stupendo nella sofferenza nella presa di coscienza del proprio idealismo calpestato. La voce è molto bella sempre, autorevole, morbida, musicalissima, ma all'ascolto si avverte un leggero affaticamento nella zona acuta.

Il maestro MARCO ARMILIATO ha diretto con splendida forza e ricerca sapiente di fraseggio l'ottima ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE ARENA DI VERONA. Da applauso sono stati alcuni momenti di sapiente e suggestiva presa su chi ascolta delle parti solistiche in orchestra.

Come dicevo, gli spettatori hanno saputo trasformare un pubblico esiguo in un pubblico gigante in applausi e manifestazioni di affetto verso solisti e direttore.

 
 
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