Con un pizzico di estro in più nella mente di chi ama l'opera e i suoi grandi
rappresentanti, questa settimana liricamente offre la possibilità di volare in
alto con la fantasia e leggere l'anima di Giuseppe Verdi nelle parole
rilasciateci dall'intervista che Antonio Guida ha fatto alla pronipote
del compositore bussetano, la dott.ssa Gaia Maschi Barezzi.
Buon viaggio con i vostri sogni...
1) Cara sig.ra Barezzi, dopo tanti decenni e il passaggio di innumerevoli
generazioni, sente qualche lato dentro di lei che l'accomuna particolarmente a
Verdi?
Giuseppe Verdi era zio dei miei bisnonni materni Tito Barezzi e
Teresa Verdi e come tutti sanno il giovane Verdi è cresciuto a casa
dei Barezzi di Busseto. Ho sempre sentito fin da bambina i racconti della
sua vita anche da mia nonna Cina Barezzi Orlandi e ho avuto la fortuna di
abitare a Busseto a palazzo Orlandi in via Roma, la casa che Verdi aveva
comprato a Busseto nel 1845, con i soldi del Nabucco, e che aveva ereditato mio
nonno Orlando Orlandi. Poi ho raccolto con pazienza molti documenti,
testimonianze e manoscritti di quel periodo di Verdi a Busseto ed ora mi
chiamano da tutte le parti del mondo per raccontare la memoria storica di
Busseto e di Antonio Barezzi, che è stato il mecenate e lo scopritore del
talento del “cigno” di Busseto.
2) Come ci si sente ad essere la pronipote di un nome così importante
nella storia della musica?
I pronipoti di Verdi fanno parte delle famiglie Carrara, Barezzi
-Orlandi.
I Carrara sono discendenti del notaio di Verdi e di una figlia
adottiva con la Strepponi. I Barezzi sono discendenti di
Antonio, padre appunto della prima moglie Margherita Barezzi.
Antonio Barezzi aveva fondato la Filarmonica di Busseto e aveva
chiamato Verdi gia a quindici anni a dirigerla. I concerti erano nel salone
principale della Casa e ancora oggi c'è lo stesso pianoforte. Poi a Palazzo
Orlandi, di mia madre e dei suoi fratelli, Verdi ha composto il
Rigoletto, Il Trovatore, Luisa Miller, la Traviata e mi ha sempre
emozionato abitare in quelle stanze. Poi mio zio Angelo Orlandi ha aperto
alcune sale al Museo di cimeli verdiani e sono passati migliaia di turisti. Con
il Museo ho capito l'importanza culturale di questo percorso della storia della
musica e ho seguito, da ricercatrice e storica, le tracce di Verdi nella mia
famiglia ed a Busseto.
3) Quale opera di Verdi adora in assoluto? (o quali)
Io adoro la Traviata. A Roma ho aiutato l'organizzazione di una
rappresentazione di Tito Schipa Jr. e mi sono molto divertita. Ho seguito
la Traviata in tutti i teatri d'Italia e ormai ho l'orecchio come una
loggionista del Regio di Parma
4) Se all'improvviso una macchina del tempo potesse trasportarla nel 1830.
Cosa direbbe a Giuseppe verdi?
Bella domanda. Nel 1830 Verdi aveva diciassette anni. Forse gli direi di
stare più vicino a sua sorella Giuseppa che sarebbe morta l'anno dopo a Roncole.
Poi gli direi di cambiare l'impostazioni delle mani al pianoforte, così forse
due anni dopo non lo avrebbero bocciato al Conservatorio. E gli direi grazie dal
futuro per le sue opere immortali
5) E alla sua diretta ascendente Margherita?
Trascinerei per un braccio Margherita Barezzi giù dalla carrozza che la
dovrebbe portare a Milano con i figli Virginia e Icilio. Rimanendo
a Busseto negli agi forse non sarebbero morti di stenti e malattie tutti e tre
dopo pochissimo tempo. Poi ringrazierei anche lei perché forse se non si
sacrificava per portare il suo Verdi a vivere a Milano, lui non avrebbe
potuto esprimere il suo talento.
6) Secondo lei, nascerà un altro Giuseppe Verdi?
Verdi era l'uomo nuovo del 1800. Un uomo che attraverso la musica
stimolava la coscienza popolare e influiva nella cultura della sua nazione e la
portava all'estero. E' stato uomo del Risorgimento e ha composto musica per la
Chiesa. Un compositore cosi completo difficilmente esiste. Ma speriamo ne nasca
un altro presto.
7) Quali progetti albergano nel suo futuro?
Sto organizzando i concerti del Credo e del Capriccio,
due composizioni giovanili di Verdi che ho contribuito a riscoprire in un
archivio vescovile. Sono una testimonianza molto importante del percorso di
formazione musicale e spirituale del giovane Verdi e sono l'espressione
di tappe della sua vita che si possono ancora oggi visitare nelle “terre
verdiane”, i paesi in provincia di Parma che hanno tracce del passaggio di
Verdi. Ho già pubblicato gli atti di un convegno Giuseppe Verdi “Il Credo
Ritrovato” e sto ultimando un libro per una edizione americana. |