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Intervista a Gaia Maschi Barezzi Verdi la pronipote di Giuseppe Verdi

Antonio Guida, 05/03/2008

In breve:
Questa settimana Liricamente offre la possibilità di volare in alto con la fantasia e leggere l'anima di Giuseppe Verdi nelle parole rilasciateci dall'intervista che Antonio Guida ha fatto alla pronipote del compositore bussetano, la dott.ssa Gaia Maschi Barezzi


Con un pizzico di estro in più nella mente di chi ama l'opera e i suoi grandi rappresentanti, questa settimana liricamente offre la possibilità di volare in alto con la fantasia e leggere l'anima di Giuseppe Verdi nelle parole rilasciateci dall'intervista che Antonio Guida ha fatto alla pronipote del compositore bussetano, la dott.ssa Gaia Maschi Barezzi.
Buon viaggio con i vostri sogni...

1) Cara sig.ra Barezzi, dopo tanti decenni e il passaggio di innumerevoli generazioni, sente qualche lato dentro di lei che l'accomuna particolarmente a Verdi?
Giuseppe Verdi era zio dei miei bisnonni materni Tito Barezzi e Teresa Verdi e come tutti sanno il giovane Verdi è cresciuto a casa dei Barezzi di Busseto. Ho sempre sentito fin da bambina i racconti della sua vita anche da mia nonna Cina Barezzi Orlandi e ho avuto la fortuna di abitare a Busseto a palazzo Orlandi in via Roma, la casa che Verdi aveva comprato a Busseto nel 1845, con i soldi del Nabucco, e che aveva ereditato mio nonno Orlando Orlandi. Poi ho raccolto con pazienza molti documenti, testimonianze e manoscritti di quel periodo di Verdi a Busseto ed ora mi chiamano da tutte le parti del mondo per raccontare la memoria storica di Busseto e di Antonio Barezzi, che è stato il mecenate e lo scopritore del talento del “cigno” di Busseto.

2) Come ci si sente ad essere la pronipote di un nome così importante nella storia della musica?
I pronipoti di Verdi fanno parte delle famiglie Carrara, Barezzi -Orlandi.
I Carrara sono discendenti del notaio di Verdi e di una figlia adottiva con la Strepponi. I Barezzi sono discendenti di Antonio, padre appunto della prima moglie Margherita Barezzi. Antonio Barezzi aveva fondato la Filarmonica di Busseto e aveva chiamato Verdi gia a quindici anni a dirigerla. I concerti erano nel salone principale della Casa e ancora oggi c'è lo stesso pianoforte. Poi a Palazzo Orlandi, di mia madre e dei suoi fratelli, Verdi ha composto il Rigoletto, Il Trovatore, Luisa Miller, la Traviata e mi ha sempre emozionato abitare in quelle stanze. Poi mio zio Angelo Orlandi ha aperto alcune sale al Museo di cimeli verdiani e sono passati migliaia di turisti. Con il Museo ho capito l'importanza culturale di questo percorso della storia della musica e ho seguito, da ricercatrice e storica, le tracce di Verdi nella mia famiglia ed a Busseto.

3) Quale opera di Verdi adora in assoluto? (o quali)
Io adoro la Traviata. A Roma ho aiutato l'organizzazione di una rappresentazione di Tito Schipa Jr. e mi sono molto divertita. Ho seguito la Traviata in tutti i teatri d'Italia e ormai ho l'orecchio come una loggionista del Regio di Parma

4) Se all'improvviso una macchina del tempo potesse trasportarla nel 1830. Cosa direbbe a Giuseppe verdi?
Bella domanda. Nel 1830 Verdi aveva diciassette anni. Forse gli direi di stare più vicino a sua sorella Giuseppa che sarebbe morta l'anno dopo a Roncole. Poi gli direi di cambiare l'impostazioni delle mani al pianoforte, così forse due anni dopo non lo avrebbero bocciato al Conservatorio. E gli direi grazie dal futuro per le sue opere immortali

5) E alla sua diretta ascendente Margherita?
Trascinerei per un braccio Margherita Barezzi giù dalla carrozza che la dovrebbe portare a Milano con i figli Virginia e Icilio. Rimanendo a Busseto negli agi forse non sarebbero morti di stenti e malattie tutti e tre dopo pochissimo tempo. Poi ringrazierei anche lei perché forse se non si sacrificava per portare il suo Verdi a vivere a Milano, lui non avrebbe potuto esprimere il suo talento.

6) Secondo lei, nascerà un altro Giuseppe Verdi?
Verdi era l'uomo nuovo del 1800. Un uomo che attraverso la musica stimolava la coscienza popolare e influiva nella cultura della sua nazione e la portava all'estero. E' stato uomo del Risorgimento e ha composto musica per la Chiesa. Un compositore cosi completo difficilmente esiste. Ma speriamo ne nasca un altro presto.

7) Quali progetti albergano nel suo futuro?
Sto organizzando i concerti del Credo e del Capriccio, due composizioni giovanili di Verdi che ho contribuito a riscoprire in un archivio vescovile. Sono una testimonianza molto importante del percorso di formazione musicale e spirituale del giovane Verdi e sono l'espressione di tappe della sua vita che si possono ancora oggi visitare nelle “terre verdiane”, i paesi in provincia di Parma che hanno tracce del passaggio di Verdi. Ho già pubblicato gli atti di un convegno Giuseppe Verdi “Il Credo Ritrovato” e sto ultimando un libro per una edizione americana.

 
 
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