Una Carmen da copertina va in scena a Ferrara
E' una Carmen
di tutti bellissimi e con figure da passerella quella che va in scena a Ferrara
venerdì 7 febbraio.
L'allestimento è a cura di Ravenna Festival, in coproduzione
con Ferrara e Lucca. Vorrei dare adito a polemiche su preponderanza della parte
visiva sulla parte musicale-vocale, ma onestamente ho sentito belle voci, magari
non del tutto a fuoco in alcuni momenti, ma assolutamente da seguire perche a
mio avviso sono destinati a diventare veri big della lirica.
A cominciare dal regista che oltre ad essere un attore è un baritono che sta
facendo una brillante carriera (in questo momento è Don Giovanni all'opera di
Sidney) Luca Micheletti, che scolpisce una regia, viva,
lacerante ed a volte graffiante. Molto personale e fuori da ogni schema,
complice le scene nere e cupe di Ezio Antonelli ed i
costumi scarni ed essenziali di Alessandro Lai e
soprattutto le vivide luci che attraggono e respingono lo spettatore a
cura di Vincent Longuemare.
La sua lettura di Carmen pone la protagonista al centro di
una cupa storia di sesso e violenza, con lei stessa e le sue amiche prostitute o
comunque ballerine in un club privè di infimo livello al posto della taverna di
Lillas Pastià. Anche le sigaraie non sono operaie in pausa , ma
merce di spettacolo per uomini che si siedono su poltrone stile cinema porno
anni 50. E' discutibile senz'altro e a volte è opinabile, ma preferisco questi
giovani registi che danno un messaggino forte ad un piattume interpretativo e
senza emozioni.
Carmen è la bellissima, con un fisico da top model,
Martina Belli. La voce è ben emessa, molto sicura negli acuti ed il
fraseggio assolutamente di rilievo, ma a mio parere, non sento il velluto denso
e ricco del vero mezzosoprano. Questo lo noto soprattutto nella quai contraltile
aria delle Carte e nella forza e tensione che manca nel duetto finale.
L'interprete sembra giustamente compiacersi della sua straordinaria avvenenza,
mostrando con ampia generosità le splendide gambe, ma per ora le manca, a mio
parere, la grande statura dell'interprete. Certo la giovane età le permetterà di
giungere sulla vetta dei grandissimi teatri perché sia la voce sia la figura lo
meritano ampiamente.
Come è destinato a diventare il Kaufmmann italiano, il
tenore Antonio Corianò, magnifico Don Josè. La voce è
molto bella, raggiante, spavalda e svettante negli acuti, l'interprete è buono,
anche qui manca la zampata del grande artista. Che indubbiamente arriverà con
l'età e l'esperienza.
Zampata che invece già possiede la splendida Elisa Balbo,
pure lei affascinante Micaela, un raggio biondo in mezzo a tutto questo
nero scenico. Voce di perla, meravigliosa in ogni registro, emessa con grande
maestria e con sapiente uso del fraseggio.
Escamillo, un gran bel guardare nel completo di pelle nera, è il
baritono Andrea Zaupa. Voce grande, non correttissima
nell'emissione, a volte sembra strafare, ma tutto sommato è degno di nota ed
anche per lui vale l'augurio di ascendere ad una carriera folgorante: lo merita
per la bellezza della voce calda e brunita, e con studio e volontà riuscirà ben
presto.
Top models in completo quasi sadomaso in shorts o minigonna di pelle nera,
molto gradevoli sia alla vista (soprattutto per i maschietti spettatori…) ed
anche all'ascolto per voci molto belle e ben usate, la Frasquita di
Alessia Pintossi e la Mercedes di Francesca Di
Sauro. Stessa cosa dicasi per i loro patners scenici: corretti e con
buone voci il Dancairo di Rosario Grauso ed il
Remendado di Riccardo Rados.
Sono belle le voci e le presenze che sbalzano fuori anche in un cast cosi da
copertina lo Zuniga di Adriano Gramigni ed il
Morales (che bella voce!) di Christian Federici.
Figura di grande carisma scenico è l'attore Ivan Merlo,
sempre presente in scena, come maîtresse travestito o Lillas Pastia o alter ego
di Carmen.
Notevole è la prova dell'Orchestra Giovanile Cherubini,
diretta dal maestro Vladimir Ovodok che offre una lettura
potente ed a volte priva della solarità mediterranea propria dell'opera di
Bizet.
Il coro Cherubini-Bellini, molto corretto, ma a mio avviso
sottorganico per un'opera come Carmen, ha dato il suo buon apporto vocale e
scenico come pure il Coro di voci bianche Ludus Vocalis diretto
da Elisabetta Agostini. Il maestro del coro Cherubini-Bellini
era Antonio Greco.
Il pubblico numeroso, con applausi tiepidi durante la rappresentazione, alla
fine ha accolto il cast con molte chiamate al proscenio per il cast.
Rinnovo l'augurio a tutto il giovane e bellissimo cast di arrivare alla Scala
e Metropolitan, per dire due templi della lirica, ben presto.
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