Faccio mie le parole di una spettatrice entusiasta vicino a me nella
splendida e luminosa platea del Teatro Filarmonico di Verona al termine di una
spettacolare recita di Lucia di Lammermoor, prima di stagione, avvenuta domenica
26 gennaio: "Che magnífica Lucía!".
Anche per me è stata una Lucia straordinaria, con quattro interpreti di
altissima qualità artista e splendida presa sul pubblico.
Iniziamo dal rôle title, la deliziosa e minuta Lucia del soprano
spagnolo RUTH INIESTA che con la sua lussureggiante e sontuosa
voce, di splendido ed unico colore ambrato dal registro grave al sovracuto
spavaldo, fa quello che vuole. La sua Lucía, ben costruita e pensata
assieme al regista, non è un essere inerme, ma una donna che cerca invano di
ribellarsi ed alla fine trova l'unica via di fuga all'orrore di una vita
disegnata e combinata da altri : la pazzia. Mirabili i pianissimi che diventano
all'improvviso lampi di voce emessa nel fortissimo per poi ritornare ad un
sofferto filato nella gran scena della pazzia, come splendido il mormorare di “…
soffriva nel pianto” che diventa pianto nella spiegata onda sonora.
Musicalissima sembra quasi doppiare la sonorità lunare del flauto e respirare
assieme al flautista. Davvero una Lucia di riferimento.
Suo degno e splendido partner l'Edgardo, bello e prestante anche
nella figura, di ENEA SCALA. Dotato di bellissima voce
raggiante, maschia e spavalda, con acuti luminosi e sicuri, sa rendere ogni
frase, ogni sillaba scolpita ed unica, giocando con un uso sapiente del
fraseggio e della tecnica di ferro.
Suo controparte maschile un grandissimo ALBERTO GAZALE,
atletico ed attore anche nel fisico, che dona al fratello di Lucia,
Enrico, una bronzea e morbida voce che sa diventare un fulmine negli acuti
lanciati con enorme sicurezza e grande tecnica. L'attore vive ogni gesto con
estrema bravura ed efficacia, il cantante e' dotato di ottima e riconosciuta
musicalità e di va lentissimo uso del fraseggio.
Dopo questi tre assi brilla anche SIMON LIM un ottimo e
sonoro Raimondo, che sbalza fuori con grande personalità musicale e
scenica.
Buoni e corretti Arturo di ENRICO ZARA, Alisa
di LORRIE GARCÍA e Normanno di RICCARDO RADOS.
Il direttore ANDRIY YURKEVICH conduce con maestría l'ORCHESTRA
DELL'ARENA DI VERONA, non sempre a fuoco, ma che trova comunque momenti
di alta poesia nell'introduzione alla prima scena di Lucia (bravissima nel
dipanare note come perle di luce l'arpista) o nel delicato accompagnamento
lunare della pazzia.
Buona la prova del CORO DELL'ARENA DI VERONA diretto dal
M. VITO LOMBARDI, soprattutto nella gran scena prima della
PAZZIA.
La regia del M. RENZO GIACCHIERI è tradizionale e molto
fedele al libretto, pur offrendo spunti di riflessione e grande studio sulla
psicologia dei singoli personaggi.
Belle sono le scene di ALFREDO TROISI, con quel
suggestivo cielo mobile e denso di nubi, ben supportato e reso suggestivo dalle
sapienti luci curate da PAOLO MAZZON.
Belli e coerenti sono anche i costumi dello stesso GIACCHIERI.
E' stato uno spettacolo che ha lasciato "lustri gli occhi" degli spettatori
numerosi ed entusiasti, che hanno decretato, con infinite chiamate ed applausi
calorosissimi, il trionfo dello spettacolo.
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