Opera monumentale di Gaspare Spontini, Fernand
Cortez ou la conquête du Mexique, eseguito per la prima volta in epoca
moderna nella sua prima versione parigina del 1809, secondo l'edizione critica
della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi a cura di
Federico Agostinelli, inaugura la Stagione Lirica 2019-2020 del
Maggio Musicale Fiorentino.
Sarebbe stato interessante assistere ad uno spettacolo altrettanto imponente
e maestoso, come si confarebbe al tecnologico palcoscenico del teatro del
capoluogo toscano, ma nonostante tutto Cecilia Ligorio, con le
scenografie semoventi su carri di Alessia Colosso e
Massimo Checchetto, nonché qualche elemento di attrezzeria,
crea un allestimento altamente suggestivo e funzionale. Non manca nulla, dalle
navi al tempio, dalla cavalleria all'artiglieria. Ottimo è anche il lavoro sui
personaggi e sulle masse spagnole, mentre risulta più statico e meno efficace
tutta la parte messicana, eccetto la bella scena che apre il terzo atto. Lo
stesso vale per alcuni momenti solistici un po' troppo fissi, risultando poi
monotoni.
Eccellenti i costumi spagnoli e i costumi messicani maschili di
Vera Pierantoni Giua, mentre quelli del coro femminile sono
piuttosto modesti.
Affascinanti le luci di Maria Domènech Gimenez.
Straordinarie le coreografie di Alessio Maria Romano,
soprattutto quella della cavalleria spagnola e quella in apertura della scena
del tempio.
Bravissima tutta la Compagnia Nuovo BallettO di ToscanA
diretto da Cristina Bozzolini.
Jean-Luc Tingaud guida con maestosità ed ottimo gusto
francese la bravissima Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino,
dirigendo la tragedia lirica con una fluidità e una purezza di suono davvero
sorprendente.
Encomiabile anche il Coro preparato da Lorenzo
Fratini.
Dario Schmunck è sempre il discreto belcantista che si
conosce, ma in questo ruolo particolarmente eroico difetta di smalto, di slancio
e soprattutto di accento drammatico. D'altronde Fernand Cortez
sarebbe scritto per una vocalità più baritonale e corposa.
Lo stesso vale per il personaggio di Télasco, che è interpretato da
Luca Lombardo, purtroppo spesso incerto anche nell'intonazione.
Alexia Volgaridou è una brava Amazily in primo
atto, ma col proseguire della vicenda si notano segni di stanchezza vocale
piuttosto evidenti.
Gianluca Margheri è Moralez, eccellente
nell'interpretazione, ottimo nel canto centrale, un poco in difficoltà nelle
note basse. Piuttosto efficace Le Grand Prêtre di André
Courville.
Insicuri l'ufficiale spagnolo di Lisandro Guinis e
il marinaio di Davide Siega.
Adeguate le altre parti comprimarie: David Ferri Durà come
Alvar, Davide Ciarocchi e Nicolò Ayroldi
come prigionieri spagnoli, Leonardo Melani
come ufficiale messicano, Silvia Capra e Delia Palmieri
come seguito di Amazily.
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