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Recensione Galà Lirico Rossini Opera Festival di Pesaro

William Fratti, 28/08/2019

In breve:
Pesaro, mercoledì 21 agosto 2019 - Recensione del XL Galà Lirico al Rossini Opera Festival di Pesaro con grandi star della lirica specializzati nel reportorio rossiniano.


Il Quarantesimo Rossini Opera Festival è festeggiato con un grandioso concerto alla Vitrifrigo Arena che, come di consueto per l'appuntamento solitamente conclusivo, è trasmesso in videoproiezione in diretta in Piazza del Popolo in collaborazione con il Comune di Pesaro.

L'annunciato Gala ROF XL, per giocare con un doppio senso, si è purtroppo ritrovato nel tempo ad essere un poco più ristretto rispetto a quanto inizialmente previsto, con la scomparsa di Erwin Schrott dalla locandina preliminare, la defezione di Mirco Palazzi a qualche giorno dallo spettacolo e la rinuncia di Sergey Romanovsky annunciata all'inizio della serata. Dunque gli spettatori che, vista la quantità di artisti impegnati, si aspettavano di restare seduti per almeno quattro ore come in Semiramide, si sono dovuti accontentare della metà, allo stesso prezzo.

La prima parte, dedicata al Rossini buffo, si apre con la celeberrima sinfonia de Il barbiere di Siviglia, subito seguita dalla cavatina di Figaro con il debuttante al ROF Franco Vassallo, la cui performance passa piuttosto inosservata; l'aria di Bartolo col bravo Paolo Bordogna, inspiegabilmente unico protagonista delle tre opere in scena al Festival a partecipare al gala, anch'egli accolto non troppo calorosamente; l'aria del Conte che segna l'attesissimo ritorno a Pesaro di Lawrence Brownlee, pure applaudito senza alcuna ovazione particolare. Segue abbastanza in sordina il duetto tra Melibea e Libenskof da Il viaggio a Reims ad opera di una piuttosto anonima Anna Goryachova e di un valido Ruzil Gatin che sostituisce Sergey Romanovsky.

Finalmente gli animi si accendono con l'eccellente Nicola Alaimo nell'aria di Magnifico da La Cenerentola e l'altrettanto superbo Juan Diego Flórez nell'aria di Ramiro. La prima parte si conclude col finale primo de L'Italiana in Algeri dove si distinguono specialmente gli esperti Lawrence Brownlee e Michele Pertusi, affiancati da Paolo Bordogna, Carlo Cigni, Valeria Girardello, Anna Goryachova e Claudia Muschio.

Dopo la pausa si passa al Rossini serio e si ricomincia con Ermione, mutilata dell'aria di Pirro a causa dell'assenza di Sergey Romanovsky, ma il pubblico sembra comunque ripagato dalla magnifica Angela Meade, che si prodiga nella gran scena "Essa corre al trionfo". Il soprano americano ha già interpretato il ruolo sotto la guida di Alberto Zedda e lo riprenderà il prossimo novembre a Napoli.

Si prosegue con l'ottima ouverture di Guillaume Tell; col duetto un poco ordinario tra Arnold e Guillaume eseguito da Flórez e Pertusi; con l'aria di Guillaume resa abbastanza piatta da Franco Vassallo e infine, finalmente con grande emozione, con l'aria di Arnold, dove Flórez ripercorre con vigore e intensità il successo di pochi anni fa sullo stesso palcoscenico. Si conclude col finale dell'opera, purtroppo privo di maestosità e sentimento.

L'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI è diretta da Carlo Rizzi e il Coro del Teatro Ventidio Basso da Giovanni Farina.

Scroscianti applausi per tutti, ma nessun richiamo alla ribalta, come neppure alcuna richiesta di bis.

 
 
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