Il Quarantesimo Rossini Opera Festival è festeggiato con un
grandioso concerto alla Vitrifrigo Arena che, come di consueto
per l'appuntamento solitamente conclusivo, è trasmesso in videoproiezione in
diretta in Piazza del Popolo in collaborazione con il Comune di Pesaro.
L'annunciato Gala ROF XL, per giocare con un doppio senso, si è purtroppo
ritrovato nel tempo ad essere un poco più ristretto rispetto a quanto
inizialmente previsto, con la scomparsa di Erwin Schrott dalla
locandina preliminare, la defezione di Mirco Palazzi a qualche
giorno dallo spettacolo e la rinuncia di Sergey Romanovsky
annunciata all'inizio della serata. Dunque gli spettatori che, vista la quantità
di artisti impegnati, si aspettavano di restare seduti per almeno quattro ore
come in Semiramide, si sono dovuti accontentare della metà, allo stesso prezzo.
La prima parte, dedicata al Rossini buffo, si apre con la celeberrima
sinfonia de Il barbiere di Siviglia, subito seguita dalla
cavatina di Figaro con il debuttante al ROF Franco Vassallo,
la cui performance passa piuttosto inosservata; l'aria di Bartolo col
bravo Paolo Bordogna, inspiegabilmente unico protagonista delle
tre opere in scena al Festival a partecipare al gala, anch'egli accolto non
troppo calorosamente; l'aria del Conte che segna l'attesissimo ritorno
a Pesaro di Lawrence Brownlee, pure applaudito senza alcuna
ovazione particolare. Segue abbastanza in sordina il duetto tra Melibea
e Libenskof da Il viaggio a Reims ad opera di una
piuttosto anonima Anna Goryachova e di un valido Ruzil
Gatin che sostituisce Sergey Romanovsky.
Finalmente gli animi si accendono con l'eccellente Nicola Alaimo
nell'aria di Magnifico da La Cenerentola e
l'altrettanto superbo Juan Diego Flórez nell'aria di Ramiro.
La prima parte si conclude col finale primo de L'Italiana in Algeri
dove si distinguono specialmente gli esperti Lawrence Brownlee e Michele
Pertusi, affiancati da Paolo Bordogna, Carlo Cigni, Valeria
Girardello, Anna Goryachova e Claudia Muschio.
Dopo la pausa si passa al Rossini serio e si ricomincia con Ermione,
mutilata dell'aria di Pirro a causa dell'assenza di Sergey
Romanovsky, ma il pubblico sembra comunque ripagato dalla magnifica
Angela Meade, che si prodiga nella gran scena "Essa corre
al trionfo". Il soprano americano ha già interpretato il ruolo sotto la
guida di Alberto Zedda e lo riprenderà il prossimo novembre a
Napoli.
Si prosegue con l'ottima ouverture di Guillaume Tell; col
duetto un poco ordinario tra Arnold e Guillaume
eseguito da Flórez e Pertusi; con l'aria di
Guillaume resa abbastanza piatta da Franco Vassallo e
infine, finalmente con grande emozione, con l'aria di Arnold, dove
Flórez ripercorre con vigore e intensità il successo di pochi
anni fa sullo stesso palcoscenico. Si conclude col finale dell'opera, purtroppo
privo di maestosità e sentimento.
L'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI è diretta da
Carlo Rizzi e il Coro del Teatro Ventidio Basso da Giovanni Farina.
Scroscianti applausi per tutti, ma nessun richiamo alla ribalta, come neppure
alcuna richiesta di bis.
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