Il Festival di Pentecoste di Salisburgo quest'anno è
dedicato all'arte dei celebri castrati, primo fra tutti il grande Farinelli e a
tale proposito nel cartellone non poteva mancare Polifemo di
Nicola Porpora, la cui parte di Aci fu appositamente scritta
per Carlo Broschi e quella di Ulisse per un'altra
star, Francesco Bernardi, conosciuto come Senesino.
Il lavoro di Porpora, per nulla inferiore a quello di
Händel, meriterebbe una maggiore attenzione da parte dei teatri
che frequentano il repertorio barocco e fortunatamente Polifemo,
negli ultimi quindici anni, è stato riportato alla luce e ripreso una mezza
dozzina di volte.
Per l'occasione alla Felsenreitschule è allestito uno
spettacolo in forma semiscenica con la semplice ed efficace regia di
Max Emanuel Cencic che sa trovare il giusto
equilibrio tra le varie scene che, in questo capolavoro musicale, accomunano le
storie mitologiche di Aci e Galatea, Polifemo e Ulisse, Ulisse e
Calipso.
Cencic veste anche i panni del protagonista Ulisse
con estrema disinvoltura e perizia tecnica, con una vocalità morbida e
piacevolmente delicata pur non correndo esageratamente nella grande sala.
L'idonea scenografia fissa è di Margit Ann Berger e
i candidi ed opportuni costumi sono di Giorgina Germanou.
Particolarmente interessanti e suggestive sono le luci di Paul
Fresacher - che illuminano anche le arcate - e le proiezioni
di Sarah Scherer.
La brava orchestra Armonia Atenea è guidata
dal suo direttore artistico George Petrou che si prodiga in una
lettura intensa orientata allo sviluppo della melodia e alla purezza di suono,
mantenendo un vigore piuttosto sentito per tutta l'esecuzione.
L'Aci di Yuriy Mynenko è sicuramente il fiore
all'occhiello della produzione. Voce chiara e pulita, ben proiettata, tecnica
ineccepibile e soprattutto una musicalità raffinata che trova il suo apice in
una splendida esecuzione di "Alto Giove" oltre poi a mostrare un brillante
virtuosismo in "Senti il fato".
Eccellente anche la Galatea di Julia Lezhneva che
presenta un canto elegante e ben rifinito, arricchito da agilità alquanto
puntuali messe in mostra soprattutto in “Come nave in mezzo all'onde” da Siface
che sostituisce “Fidati alla speranza”.
Ottime anche Sonja Runje nei panni di Calipso e
Dilyara Idrisova in quelli di Nerea.
Pavel Kudinov interpreta il ruolo del titolo presentando un
personaggio convincente, con una linea di canto omogenea anche se non
particolarmente adatta al canto fiorito, dove appare un poco rallentato rispetto
ai colleghi.
Molto buona anche la prova del Bachchor Salzburg diretto
da Alois Glassner.
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