Dopo qualche anno di assenza l'opera barocca torna al Teatro
Municipale di Piacenza con un successo unanime ed entusiasmo del
pubblico.
Qualche abbonato ha purtroppo lasciato la poltrona vuota, perdendosi uno
spettacolo davvero riuscito, applaudito dagli spettatori con diverse
acclamazioni. Serse non è certamente la migliore delle opere di Georg
Friedrich Händel, non ha la pretesa di essere un Rinaldo, un Tamerlano
o un Giulio Cesare, un Ariodante o una Alcina, ciononostante l'esecuzione è
stata di così alto livello da appassionare la platea piacentina, che forse
vorrebbe in cartellone un'opera barocca in ogni stagione.
Il merito dell'ottima riuscita va innanzitutto a Ottavio Dantone
e alla sua Accademia Bizantina, ormai una certezza in questo
repertorio di cui sono specialisti. Se ne riconosce chiaramente lo stile, il
gusto, soprattutto la raffinatezza con cui vengono risolti diversi passaggi.
Arianna Vendittelli veste i panni del protagonista ed è
certamente il magnate che principalmente attrae l'attenzione, eccellendo non
solo nell'azione scenica, ma particolarmente nel canto sempre omogeneo sostenuto
da una tecnica importante.
Le altre interpreti femminili che la affiancano sono delle medesima levatura
ed è pertanto impossibile recensire singolarmente la loro esibizione, essendosi
tutte distinte per la classe, l'eleganza, la morbidezza nella voce e le
colorature. Dunque accanto all'ottima Arianna Vendittelli,
nelle oltre quaranta arie dell'opera, si affiancano la brava Monica
Piccinini nel ruolo di Romilda, l'abile Marina De Liso
nella parte di Arsamene, la valente Atalanta di
Francesca Aspromonte e l'esperta Amastre di
Delphine Galou.
Certamente non inferiori sono i ruoli maschili di Ariodate affidato
all'efficacie Luigi De Donato e di Elviro interpretato
dall'espressivo Biagio Pizzuti.
L'allestimento di Gabriele Vacis è forse la parte più debole
di questa rappresentazione, sia per l'idea polverosa dello spettacolo nello
spettacolo, sia per l'impiego un po' troppo massiccio della scenografia vivente
creata dai ragazzi impegnati nelle coreografie parzialmente improvvisate. Sono
invece pregevoli i costumi di Roberto Tarasco, che cura anche
scene e luci.
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