Seconda opera del Cigno di Busseto e secondo titolo nel cartellone del
Festival Verdi 2018, Un giorno di regno è uno
dei lavori più sfortunati del compositore e uno dei meno rappresentati, ma a
Parma si tratta della terza messinscena in meno di due decenni.
Massimo Gasparon riconfeziona per il piccolo palcoscenico di
Busseto, con estrema cura e attenzione - e con l'aggiunta di qualche nota
personale - lo storico spettacolo di Pier Luigi Pizzi, ancora
oggi ricco di brio e freschezza, note emotive essenziali al melodramma giocoso.
Francesco Pasqualetti, alla guida dell'esperta
Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, appare un poco chiassoso,
talvolta confusionario, pur rispettando a grandi linee il vigore verdiano e
quanto accade in palcoscenico. Buona la prova del Coro preparato da
Andrea Faidutti.
Il ruolo del protagonista affidato a Michele Patti, che
presenta acuti brillanti e ben impostati, ma per il resto appare poco
consistente e non sempre ben poggiato.
Si alterna con Alessio Verna, un Belfiore sempre
corretto, ma che non riesce a spiccare.
Gioia Crepaldi, vincitrice del LVI Concorso Internazionale
Voci Verdiane Città di Busseto, è la Marchesa del Poggio. Voce fresca
ed emozionante, in grado di risolvere alla perfezione le numerose insidie del
ruolo. Buona la prova anche di Perrine Madoeuf, seppur talvolta
imprecisa.
Buone entrambe le prove di Diana Rosa Cardenas Alfonso e
Tsisana Giorgadze nel ruolo di Giulietta.
Martin Susnik presenta un Edoardo corretto e
luminoso, ma la vocalità è indubbiamente più adatta ad altro repertorio.
È invece eccellente l'interpretazione di Carlos Cardoso -
stranamente relegato in seconda compagnia dopo aver già ricevuto ottime critiche
nell'esecuzione del Duca di Mantova nel 2015 e 2016 - con voce fresca e
vellutata, buon fraseggio, dizione chiara, dotato di tecnica e capacità nell'uso
dei fiati; si spera di ritrovarlo presto a Parma.
Efficaci Giulio Mastrotaro e Matteo D'Apolito
nelle parti del Barone di Kelbar e del Signor La Rocca; meno
interessanti Levent Bakirci e Matteo Loi.
Infine Rino Matafù è Delmonte e Andrea
Schifaudo è il Conte Ivrea.
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