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Recensione opera Un giorno di regno di Giuseppe Verdi al Festival Verdi 2018

William Fratti, 18/10/2018

In breve:
Busseto (PR) - Recensione dell'opera lirica Un giorno di regno in scena al Teatro Verdi di Busseto il 3 e il 10 ottobre in occasione del Festival Verdi 2018.


Seconda opera del Cigno di Busseto e secondo titolo nel cartellone del Festival Verdi 2018, Un giorno di regno è uno dei lavori più sfortunati del compositore e uno dei meno rappresentati, ma a Parma si tratta della terza messinscena in meno di due decenni.

Massimo Gasparon riconfeziona per il piccolo palcoscenico di Busseto, con estrema cura e attenzione - e con l'aggiunta di qualche nota personale - lo storico spettacolo di Pier Luigi Pizzi, ancora oggi ricco di brio e freschezza, note emotive essenziali al melodramma giocoso.

Francesco Pasqualetti, alla guida dell'esperta Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, appare un poco chiassoso, talvolta confusionario, pur rispettando a grandi linee il vigore verdiano e quanto accade in palcoscenico. Buona la prova del Coro preparato da Andrea Faidutti.

Il ruolo del protagonista affidato a Michele Patti, che presenta acuti brillanti e ben impostati, ma per il resto appare poco consistente e non sempre ben poggiato.

Si alterna con Alessio Verna, un Belfiore sempre corretto, ma che non riesce a spiccare.

Gioia Crepaldi, vincitrice del LVI Concorso Internazionale Voci Verdiane Città di Busseto, è la Marchesa del Poggio. Voce fresca ed emozionante, in grado di risolvere alla perfezione le numerose insidie del ruolo. Buona la prova anche di Perrine Madoeuf, seppur talvolta imprecisa.

Buone entrambe le prove di Diana Rosa Cardenas Alfonso e Tsisana Giorgadze nel ruolo di Giulietta.

Martin Susnik presenta un Edoardo corretto e luminoso, ma la vocalità è indubbiamente più adatta ad altro repertorio.

È invece eccellente l'interpretazione di Carlos Cardoso - stranamente relegato in seconda compagnia dopo aver già ricevuto ottime critiche nell'esecuzione del Duca di Mantova nel 2015 e 2016 - con voce fresca e vellutata, buon fraseggio, dizione chiara, dotato di tecnica e capacità nell'uso dei fiati; si spera di ritrovarlo presto a Parma.

Efficaci Giulio Mastrotaro e Matteo D'Apolito nelle parti del Barone di Kelbar e del Signor La Rocca; meno interessanti Levent Bakirci e Matteo Loi.

Infine Rino Matafù è Delmonte e Andrea Schifaudo è il Conte Ivrea.

 
 
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