LA RIVINCITA MASCHILE NELLA TURANDOT DI TORRE DEL LAGO
E' per me il
Festival delle luminose scoperte questo a Torre del Lago!
Questa volta mi ha veramente colpito il tenore franco-tunisino Amadi
Lagha un Calaf di riferimento in questa TURANDOT
del 17 agosto, ultima affollata recita nel bellissimo gran teatro all'aperto sul
lago. Voce piena, svettante dagli acuti sicuri e baldanzosi, canta con il cuore
e si sente, ed adopera anche un ottimo controllo del fraseggio arrivando a
sfumare, riempire e ridurre ad un sussurro una frase nel famoso e bissato “Nessun
dorma” . Una voce da seguire che sono sicura vedremo presto nei grandi
circuiti. E questa TURANDOT sembra essere la rivincita del sesso forte sulla
crudele fanciulla di ghiaccio.
Molto importanti le voci maschili e ben emesse mentre debolì ed al limite
della decenza le voci femminili.
Per me ottima riconferma il luminoso, vitale ed energico Imperatore
Altoum di Nicola Pisaniello che dona grande personalità
artistica ad un ruolo di fianco.
A volte meno incisivo, ma con un ottimo colore il Timur di
Alessandro Guerzoni e buona la resa delle tre maschere Ping,
con un personale ma affascinante vibrato, Andrea Zaupa,
musicalissimi e buone voci Francesco Napoleoni, Pang e
Tiziano Barontini Pong.
Di lusso il Mandarino di Claudio Ottino dalla voce
brunita e sicura.
E veniamo alle note dolenti. La TURANDOT di Katerina Kotsou
è molto fragile, fuori parte. Il soprano ha una bella voce, morbida, ben emessa
ma le manca il peso vocale per sostenere la parte e la zampata da tigre. Vorrei
ascoltarla in altre parti più consone.
Inascoltabili la Liu di Ivana Canovic molto debole,
sgraziata anche nei movimenti scenici ed addirittura calante nella sua scena
finale.
La direzione del M. Martins Ozolins è molto buona, plasma
con grande capacità e polso la buona Orchestra del Festival Puccini
che rende la partitura pucciniana un affresco di note molto suggestivo.
Abbastanza buono il Coro del Festival Puccini diretto dal M
Roberto Ardigò con alcune défaillance nei soprani e nei bassi.
La regia di Alfonso Signorini oscilla tra spunti buoni e
momenti inutili come la schiava Liù che suggerisce le risposte degli
enigmi al principe.
Certo i costumi di Fausto Puglisi è Leila Freitas
sono stupendi come belle e veritiere le scene di Carla Tolomeo.
Il folto pubblico ha festeggiato il tenore ed una serata molto godibile.
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