Una stella nuova brilla in Tosca sul lago di Puccini
Da cantante lirica e musicista apprezzo e gioisco quando una bella voce
accarezza il mio orecchio quasi assoluto. E questo e' successo al
Festival Pucciniano di Torre del lago sabato 4 agosto nella recita di
Tosca.
La protagonista IRINA POLOVINKINA ha una voce
sontuosa, brunita, morbida ed omogenea in ogni registro (da manuale il Do temuto
anche dalla Callas nella Lama), sapiente fraseggio (quel lunghissimo acuto
finale tenuto prima forte e poi pianissimo in Vissi d'arte) ed anima di
fuoco. Solo un lieve impiccio nel gestire i bellissimi costumi (disegnati da
FLORINIA BENEDETTINI e PAOLO FIORINI) dotati
di strascichi possono essere il classico pelo nell'uovo, ma l'interprete ha
offerto una prova superba!
Vicino a lei il tenore GEORGE ONIANI è un pallido
Cavaradossi. Il tenore georgiano ha una bellissima ed importante voce, ma
probabilmente non era in perfetta forma. Risulta calante, sforzato, non in
parte, insomma. Anche se il suo Vittoria è molto baldanzoso e ben
tenuto e compie il suo dovere fino in fondo. Mi riservo di sentirlo in un'altra
occasione.
L'italiano MAURO BONFANTI sostituiva un collega
indisposto ed ha offerto all'elegante pubblico uno Scarpia fin troppo
umano, quasi innamorato della diva. Gli manca la cattiveria viscida ed il
carisma satanico da grande cattivo ed anche la voce pur ben condotta e sorretta
da un'ottima musicalità è un po' debole. Dal baritono mi aspetto in questo ruolo
più potenza tale da far tremare nella sua teatralissima entrata.
Troppo macchietta anche se sorretto da ottimo mestiere il Sagrestano
di ANGELO NARDINOCCHI mentre notevole il suono e la resa del
personaggio del basso GOCHA DATUSANI come Angelotti.
Ottimi i due sbirri di Scarpia il tenore
ANZOR PILIA come Spoletta ed il baritono ANDREA DE CAMPO come
Sciarrone piacevole sia vocalmente sia scenicamente.
Ottimi anche il carceriere FILIPPO LUNETTA ed il
pastorello di GAIA NICCOLAI.
Delude l'ORCHESTRA DEL TEATRO DI TBLISI. Suono non a fuoco,
alcune incertezze nel settore dei fiati e qualche sfilacciamento nel ritmo,
nonostante il direttore d'orchestra sia un ottimo musicista e profondo
conoscitore dello spartito pucciniano, STEFANO ROMANI,
l'impressione non è buona. Anche qui spero di ricredermi nelle prossime date.
Il CORO DEL TEATRO DI TBLISI (capisco le esigenze economiche
del momento ma che bello quando c'erano orchestra e coro italiani ...) assolve
con cura il suo compito, ma non brilla molto.
Maestro del coro CHCHENKELI AVTANDIL mentre molto bravi
IL CORO DI VOCI BIANCHE DEL FESTIVAL PUCCINI diretti dal
Maestro VIVIANA APICELLA .
Ho amato la regia firmata da GIANCARLO DEL MONACO. Toglie e
svecchia tanti momenti di tradizione, ha colpi di genialità, come il pugnale
portato da Spoletta e usato da Angelotti per suicidarsi
diventerà lo strumento di morte usato da Tosca per uccidere Scarpia.
Oppure il Carceriere che come supremo disprezzo si prende l'anello di
Cavaradossi e nega allo stesso un foglio di carta per scrivere l'ultimo
addio. O il condannato che seduto su una sedia e bendato prima della fucilazione
si volta con estremo coraggio ed offre il petto anziché la schiena al plotone.
Piccole ma sapientissime pennellate di grande regia.
Stupende sono anche le scene a cura di CARLO CENTOLAVIGNA
e le magnifiche luci di VALERIO ALFIERI.
Un plauso a questo stupendo Festival che seguo per la prima volta che con
coraggio e grande sapienza offre una rosa di titoli pucciniani ad un pubblico
che ha seguito con passione infervorandosi negli applausi per il soprano
protagonista. Invito a venire a questo Festival molto curato e suggestivo (ah
quelle stelle che lucevano sul lago…): io da parte mia lo seguirò sempre con
piacere.
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