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Recensione opera lirica Camen di Georges Bizet all'Arena di Verona

Maria Cristina Chiaffoni, 31/07/2018

In breve:
Verona, 26 luglio 2018 - Recensione dell'opera lirica Carmen di Georges Bizet in scena all'Arena di Verona il 26 luglio 2018.


IL GRANDE GRIDO DI LIBERTÀ IN CARMEN

La libertà espressa e gridata con ogni mezzo è la nota caratteristica di questa particolare Carmen areniana.

Chi voleva mantille pizzi nacchere e folclore spagnolo ci rimane male.

Il grande Hugo De Ana regista argentino geniale mette in scena soldati tracotanti e prepotenti, operai e gitani ribelli e macchine e camioncini facendo intuire di voler ambientare tutto nel periodo del regime franchista.

Già dall'ouverture è molto chiaro quando al tema del destino un plotone di soldati compie una fucilazione che sembra in pieno la fucilazione dipinta da Francisco Goya (quadro il 3 maggio 1808). Ed al finale del secondo atto al grido “La liberte “ appaiono striscioni di protesta. A me tutto questo è piaciuto molto. Purtroppo la pioggia mi ha impedito di ascoltare il quarto atto quindi sarà una critica incompleta.

Certo il côté musicale si è bene espresso nei tre atti precedenti. Il maestro Francesco Ivan Ciampa ci sa fare molto bene, guida con fulminea e salda mano Orchestra e Coro dell'Arena di Verona complessi che ben conoscono l'opera e danno il meglio di sé nei momenti di grande effetto.

Il coro guidato da Vito Lombardi ha nuances e colori molto belli (stupendo il coro delle sigaraie).

Mirabile e ben coordinato il corpo di ballo dell'Arena di Verona con coreografie asciutte ma molto d'effetto di Leda Lojodice e coordinati dal bravo coreografo Gaetano Petrosino.

Il cast è di rilievo: su tutti la stupenda personalità e la eccellente tecnica del tenore genovese Francesco Meli che ha un colore bellissimo di voce e che incanta l'Arena con il suo Don José maschio ed appassionato.

La sua dolce metà Serena Gamberoni come Micaela ha una limpida voce da soprano e cesella con perizia suprema ogni nota ed ogni frase. Mirabile la sua aria del terzo atto pur nel nervosismo della pioggia imminente.

Carmen è la bella Anna Goryachova. La voce è di un brunito colore, autentico mezzosoprano, morbida e tecnicamente valida, ma manca come diceva un signore del pubblico “la calamita”, il carisma di Carmen. Non attira l'attenzione, non sbalza fuori. Nonostante bellezza fisica e voce notevole.

Discreto l'Escamillo di Alexander Vinogradov buona personalità ma un po' freddo.

Le parti di fianco sono tutte buone con una nota di merito alla Frasquita di lusso di Ruth Iniesta che ho ammirato come Liu' nella Turandot.

Buoni anche la Mercedes di Arina Alexeeva il Dancairo di Davide Fersini, il Remendado di Enrico Casari, lo Zuniga di Gianluca Breda ed il Morales di Biagio Pizzuti.

Uno spettacolo bello, forte interrotto dalla pioggia.

 
 
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