Il celeberrimo Maestro Riccardo Muti torna al Maggio
Musicale Fiorentino in occasione del cinquantesimo anniversario del suo
debutto a Firenze e per l'occasione dirige la versione del 1865 di
Macbeth di Giuseppe Verdi in forma di concerto.
Riccardo Muti non si smentisce e ancora una volta consegna alla storia una
lettura verdiana appassionante, ricca di accenti drammatici, talvolta
addirittura violenti, fino alle sfumature più dolci e delicate. Il finale primo
è un vero e proprio capolavoro di precisione musicale e pertinenza
interpretativa, ma le pagine più sublimi sono quelle dei ballabili, dove il
Maestro crea un'atmosfera sinceramente ineguagliabile, e il finale ultimo, con
un coro che sa unire il carattere marziale con la gioia e l'esultanza.
Protagonista è Luca Salsi - a Firenze aveva già dato ottima
prova di sé nel ruolo di Macbeth nel 2013 in occasione del Bicentenario Verdiano
e dell'ottantesimo anniversario del Maggio Musicale Fiorentino con la
messinscena della versione del 1847 - che oggi dimostra di essere in grado di
esprimere le mille sfaccettature del personaggio attraverso un canto
estremamente preciso, tanto da poter essere considerato un riferimento nel
ruolo. La voce è brillante, squillante, timbratissima anche nei preziosi
pianissimi. I fiati sono sostenuti, lunghi e ben dosati - tranne in un
piccolissimo e impercettibile incidente di cui si accorge immediatamente e corre
ai ripari camuffandolo alla perfezione, come solo un professionista del suo
livello sa fare. Il fraseggio è encomiabile, addirittura commovente.
Vittoria Yeo, in netta ripresa rispetto alla precedente La
battaglia di Legnano, porta in palcoscenico una Lady di sicuro effetto,
soprattutto nei numerosi acuti - nella cavatina e nei concertati - che
contraddistinguono la parte per il resto piuttosto centrale. Pure il fraseggio è
ottimo, tale da rendere con sicurezza i molteplici caratteri del difficile
personaggio. Purtroppo non mancano le pagine della resa dei conti, poiché ne La
luce langue e ne Una macchia, tornano a farsi sentire le stonacchiature e il
mancato sostegno dei fiati con annessi problemi nei filati. In generale mostra
molte doti naturali con una tecnica piuttosto precaria.
Riccardo Zanellato è un buon Banco, sempre
omogeneo, corretto e privo di sbavature, anche se piuttosto ordinario.
Francesco Meli è da considerarsi in assoluto uno dei
migliori in questo genere di ruoli. L'aria di Macduff gli calza a
pennello, arricchita sapientemente di sfumature.
Un poco dozzinali le parti di contorno: la dama di Antonella
Carpenito, il medico di Adriano Gramigni e il
Malcom di Riccardo Rados. Migliori le parti affidate
ai coristi: il domestico di Vito Luciano Roberti, il
sicario di Giovanni Mazzei, l'araldo di
Egidio Massimo Naccarato e le apparizioni di Nicolò
Ayroldi, Leonardo Colesanti, Lucrezia Tacchi.
Il Coro del Maggio Musicale Fiorentino preparato da
Lorenzo Fratini sfoggia una delle sue prove migliori, a partire dal
comparto femminile che dà voce alle streghe. Magica serata e grande successo.
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