Punta di eccellenza nel cartellone del Teatro
Municipale di Piacenza è il Concerto di David Garrett,
star internazionale non solo della musica classica, ma anche del pop, rock e
rhythm and blues, con l'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI guidata da
Ryan McAdams.
L'incantevole serata inizia con l'Ouverture di Don
Giovanni, sapientemente eseguita, non solo per la purezza di suono che
da sempre contraddistingue il lavoro dell'OSN, ma soprattutto per la classe e
l'eleganza con cui è trasmesso lo stile mozartiano.
Segue il celebre Concerto in re maggiore per
violino e orchestra di Pëtr Il'ič Čajkovskij, una delle partiture più
emozionanti del compositore russo, colma di passionalità tragica intima e
latente. David Garrett, col suo fare disinvolto, informale,
quasi familiare, assieme all'altrettanto spontaneo e naturale Ryan
McAdams, si prodiga in una lettura della parte orientata al
virtuosismo, mostrando al pubblico un nuovo volto di Čajkovskij, più sorridente
che malinconico, più ambizioso che sofferente. L'Orchestra è tutt'altro che un
accompagnamento, ma è vera protagonista, assieme ai due maestri, di questo
capolavoro assoluto: è limpida, luminosa, brillante, abile fraseggiatrice. Il
pubblico non riesce a trattenersi e applaude immediatamente al termine del primo
movimento, per poi lasciarsi andare in visibilio al termine dell'esecuzione.
Il violinista tedesco americano ringrazia con una
spumeggiante e smagliante Csárdás di Vittorio Monti,
interpretata anch'essa alla maniera spigliata e scattante che lo
contraddistingue. Gli applausi non smettono e Garrett, sorridente e gioioso, con
l'aiuto degli archi dell'OSN, si prodiga in un fantasmagorico Il
carnevale di Venezia di Niccolò Paganini e
l'ovvia conclusione è una vera e propria ovazione da stadio.
La seconda parte del concerto inizia con la Sinfonia in tre
movimenti di Igor Stravinskij, stupendamente eseguita, soprattutto per quanto
riguarda l'intero reparto dei fiati: è raro sentire tanta precisione.
Ma il vero fiore all'occhiello è il Boléro di
Maurice Ravel. Oltre a essere una partitura di difficile esecuzione,
soprattutto per quanto riguarda le dinamiche e i volumi, ogni sua
rappresentazione deve fare i conti con la propria celebrità ed è naturale che la
memoria di ogni spettatore vada a ripescare l'ascolto delle registrazioni dei
grandi del passato.
Ma non questa volta. Ryan McAdams e l'Orchestra Sinfonica
Nazionale della RAI riescono a mantenere ogni ascoltatore col fiato sospeso e
con la pelle d'oca per tutto il tempo. È un tripudio di sviluppi dimensionali
cromatici che toccano direttamente emozioni e sentimenti e diventa quasi
impossibile respirare.
Serata davvero memorabile al Teatro Municipale di Piacenza,
con l'augurio che questi artisti possano ritornare in futuro.
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