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Recensione del Concerto di David Garrett al Teatro Municipale di Piacenza

William Fratti, 14/03/2017

In breve:
Piacenza - Recensione del Concerto del violinista David Garret accompagnato dall'Orchestra Sinfonica della RAI al Teatro Municipale di Piacenza il 4 marzo 2017.


Punta di eccellenza nel cartellone del Teatro Municipale di Piacenza è il Concerto di David Garrett, star internazionale non solo della musica classica, ma anche del pop, rock e rhythm and blues, con l'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI guidata da Ryan McAdams.

 

L'incantevole serata inizia con l'Ouverture di Don Giovanni, sapientemente eseguita, non solo per la purezza di suono che da sempre contraddistingue il lavoro dell'OSN, ma soprattutto per la classe e l'eleganza con cui è trasmesso lo stile mozartiano.

 

Segue il celebre Concerto in re maggiore per violino e orchestra di Pëtr Il'ič Čajkovskij, una delle partiture più emozionanti del compositore russo, colma di passionalità tragica intima e latente. David Garrett, col suo fare disinvolto, informale, quasi familiare, assieme all'altrettanto spontaneo e naturale Ryan McAdams, si prodiga in una lettura della parte orientata al virtuosismo, mostrando al pubblico un nuovo volto di Čajkovskij, più sorridente che malinconico, più ambizioso che sofferente. L'Orchestra è tutt'altro che un accompagnamento, ma è vera protagonista, assieme ai due maestri, di questo capolavoro assoluto: è limpida, luminosa, brillante, abile fraseggiatrice. Il pubblico non riesce a trattenersi e applaude immediatamente al termine del primo movimento, per poi lasciarsi andare in visibilio al termine dell'esecuzione.

 

Il violinista tedesco americano ringrazia con una spumeggiante e smagliante Csárdás di Vittorio Monti, interpretata anch'essa alla maniera spigliata e scattante che lo contraddistingue. Gli applausi non smettono e Garrett, sorridente e gioioso, con l'aiuto degli archi dell'OSN, si prodiga in un fantasmagorico Il carnevale di Venezia di Niccolò Paganini e l'ovvia conclusione è una vera e propria ovazione da stadio.

 

La seconda parte del concerto inizia con la Sinfonia in tre movimenti di Igor Stravinskij, stupendamente eseguita, soprattutto per quanto riguarda l'intero reparto dei fiati: è raro sentire tanta precisione.

 

Ma il vero fiore all'occhiello è il Boléro di Maurice Ravel. Oltre a essere una partitura di difficile esecuzione, soprattutto per quanto riguarda le dinamiche e i volumi, ogni sua rappresentazione deve fare i conti con la propria celebrità ed è naturale che la memoria di ogni spettatore vada a ripescare l'ascolto delle registrazioni dei grandi del passato.

 

Ma non questa volta. Ryan McAdams e l'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI riescono a mantenere ogni ascoltatore col fiato sospeso e con la pelle d'oca per tutto il tempo. È un tripudio di sviluppi dimensionali cromatici che toccano direttamente emozioni e sentimenti e diventa quasi impossibile respirare.

 

Serata davvero memorabile al Teatro Municipale di Piacenza, con l'augurio che questi artisti possano ritornare in futuro.

 
 
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