Il libretto molto ben fatto e curato del Teatro Comunale di Ferrara
cita letteralmente Rivisitazione da la Bohème di Giacomo Puccini
in forma di musical nelle tessiture originali arrangiate per band da
Alessandro Cosentino. Ottimo.
Chi scrive non è una vestale del melodramma, è una cantante attrice che ama
le regie alternative se ben condotte e le rivisitazioni, ma scusatemi a me
questa è parsa una elegante presa in giro.
Abbiamo assistito praticamente al libretto di Giacosa ed Illica
(liberamente adattato dalla signora Cristina Mazzavillani Muti
con la collaborazione di Anna Bonazza) recitato in alcuni casi
bene in altri meno intervallato dalla riproduzione musicale delle arie e duetti
più famosi affidati a giovani anche gradevolissime voci da musical (quindi a
volte gli acuti in tonalità originali facevano rabbrividire… il belting tecnica
vocale propria del musical, genere che io amo molto, non si sposa con le melodie
pucciniane..) accompagnati da una band assolutamente favolosa certo, ma sentire
“Che gelida manina” o “Sono andati? Fingevo di dormire”
sottolineati dalla batteria rock moderna mi ha fatto quanto meno strano.
Già esiste il musical Rent di Jonathan Larson
che è ispirato liberamente alla Bohème, ma è di notevole e pregiata fattura
tanto da essere premiato al Pullitzer per la drammaturgia e prodotto da
Pavarotti , certo non si sentiva il bisogno di questo adattamento italiano e
francamente molto raffazzonato.
Spiace perché comunque il giovane cast nel suo genere è bravo e volonteroso,
oltreche tutti di ottima presenza fisica e molto aderenti al ruolo.
In primis la Mimì quasi anoressica e diafana, ma intensa e sempre
presente di Mariangela Aruanno vocina gradevole, però
inesistente negli acuti.
Il Rodolfo di Luca Marconi era simile, bel ragazzo
aderente al ruolo, molto spontaneo nella recitazione, ma adatto al musical
tradizionale non e' un tenore.
Così pure Adriano Di Bella bel Marcello, giovane
fresco spontaneo, uan buona recitazione ed una voce gradevole.
Mi è piaciuta di più Musetta , la bella biondissima Giulia
Mattarella che vanta una gradevole voce da soprano leggero e potrebbe
accostarsi al repertorio lirico.
Giovani e pertinenti al loro ruolo anche se sempre con voci sottili lo
Schaunard di Luca Iacono ed il Colline di
Paolo Gatti. Due assi della recitazione pur nelle loro brevi parti il
Benoit di Filippo Pollini ed il Parpignol di
Ivan Merlo. Simpatico l'Alcindoro di
Alessandro Blasioli.
Le belle scene funzionali e suggestive, la regia molto fresca, movimentata e
briosa e le coreografie piene di fuoco e ritmo sono di Greg Ganakos.
I costumi di Alessandro Lai trasportano l'azione agli anni
'30 belli comunque e di forte impatto come pure le luci di Vincent
Longuemare a tratti lame di luce di taglio molto suggestive.
Ottimi i ballerini impegnati attivamente in un turbinoso flamenco ed in
vivacissimo charleston (ok non facciamo polemica ma che c'entrano con Parigi del
1860?) .
Veri mattatori Fabrizio Bosso alla tromba e Simone
Zanchini alla fisarmonica.
Tutta la band ha riscosso molti applausi dal pubblico presente, che comunque
era perplesso come la sottoscritta e che riempiva la platea e pochi palchi.
Io francamente concludo dicendo che a mio modesto parere non si sentiva il
bisogno di investire soldi nei malandati nostri teatri per un'operazione del
genere, ma resta sempre un'opinione personale e sicuramente opinabile.
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