L'efficacissimo spettacolo creato da Leo Muscato per il
Festival del Bicentenario è riallestito nel piccolo Teatro
Verdi di Busseto, ma non perde il suo romanticismo, né la sua ambientazione
suggestiva.
Dunque sempre d'effetto sono le scene di Federica Parolini,
i costumi di Silvia Aymonino e le luci di Alessandro
Verazzi, ma soprattutto ancora valido ed espressivo è il lavoro di
regia svolto sui personaggi, dai solisti, al coro e ai mimi.
Il talentuoso Simon Krecic è alla guida dell'Orchestra
dell'Opera Italiana e dimostra mano salda e sicura, stile aggraziato,
ma soprattutto ottima capacità d'espressione. Lo spartito è letto ed eseguito
molto correttamente, coi giusti accenti e colori.
L'orchestra lo segue con buon vigore, anche se in alcuni punti si notano dei
piccoli errori commessi dai singoli strumentisti. Eccellente è la prova del Coro
del Teatro Regio preparato da Martino Faggiani, sia nel canto, sia
nell'interpretazione scenica.
I solisti della produzione sono stati selezionati tra i finalisti del
Concorso Internazionale Voci Verdiane Città di Busseto e gli allievi
della Scuola dell'Opera del Teatro Comunale di Bologna.
Il giovane debuttante Giovanni Maria Palmia ha tutte le
carte in regola per crescere e diventare un bravo tenore, un artista pieno,
purché continui la sua preparazione e non venga affrettato da qualche agente
privo di scrupoli. Appoggio e intonazione, centri e acuti squillanti, pastosità
del timbro sono i suoi segni distintivi. Gli occorrono una maggior uniformità e
gusto nel porsi.
Accanto al suo Carlo è l'Amalia di Adriana Iozzia,
voce interessantissima e particolarmente corposa in centro. È a tratti un poco
disomogenea e in alto il suono è spesso acidulo, ma lavorando sulla morbidezza e
sull'uso dei fiati per ciò che riguarda i piani, può certamente ottenere buoni
risultati.
Il ruolo di Francesco è interpretato da Leon Kim
che appare un cantante già completo a tutti gli effetti. timbro brillante,
vocalità squillante, fraseggio espressivo, buona capacità d'accento. In questa
parte deve migliorare solo la pronuncia delle doppie.
George Andguladze è solista in carriera, che a Parma e
Busseto ha già cantato in diverse occasioni. Il suo Massimiliano
dimostra grandi miglioramenti in termini di musicalità e di interpretazione, ma
la vocalità resta pur sempre di poco spessore. Probabilmente l'età e la maturità
gli daranno naturalmente ciò che gli occorre.
Pietro Toscano è un Moser piuttosto inefficacie. Il
suo giudizio dovrebbe sovrastare la disperazione di Francesco, sia
vocalmente sia scenicamente, mentre ne resta sempre al di sotto.
Manuel Rodriguez Remiro è un Arminio abbastanza
debole, mentre Jangmin Kong è un Rolla adeguato.
Grandi applausi per tutti al termine della serata.
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