Riscoperta a Chemnitz in Sassonia nel 2008, Il templario di
Otto Nicolai è stata proposta al Salzburger Festspiele
2016 nella sua primissima e originaria versione torinese del 1840, la
cui edizione critica è stata curata da Michael Wittmann in
collaborazione con Florian Bauer.
Opera di puro belcanto e di grande attualità, è perfettamente aderente ai
modelli dell'epoca nella prima parte, ma ricchissima di novità musicali,
teatrali, caratterizzazioni psicologiche e intensità drammatiche in secondo e
terzo atto; e se si considera anche la scrittura del titolo più conosciuto di
questo compositore, ovvero Die lustigen Weiber von Windsor, si
è arrivati a presumere che “se a Nicolai fosse stata garantita una vita più
a lunga, oggi potremmo riscrivere la storia dell'opera tedesca”.
La direzione musicale di Andrés Orozco-Estrada alla guida
della magnifica Wiener Philharmoniker è davvero ammirevole.
Ogni tratto del belcanto è opportunamente accentato, ogni pagina drammatica è
consapevolmente condotta, i pezzi d'assieme sono amalgamati con ottimo gusto ed
eccellente precisione. I suoni sono pulitissimi. Il dialogo tra il podio, i
musicisti e i cantanti è sempre vivo e guidato con la giusta enfasi.
Juan Diego Florez è un Vilfredo elegantissimo. La
sua voce incantevole è impreziosita da un fraseggio di primissimo livello, che
attraverso un esemplare uso di colori e sfumature sa passare dall'eroico, al
drammatico ed infine al patetico, con una morbidezza vellutata e un'omogeneità
sinceramente toccante, altresì invidiabile.
Non è da meno il Briano di Luca Salsi, baritono
brillantissimo, timbro naturalmente bello, cantante dotato di ottima
intelligenza musicale, sempre coerente alla sua correttissima linea di canto,
alle prese con una scrittura che gli sembra cucita addosso.
Pure aderente al suo ruolo, Clémentine Margaine esegue un
buona Rebecca, anche se il fraseggio non è così rifinito e i colori non
sono particolarmente emozionanti. Ad esempio nel finale ci si sarebbe aspettato
molto più pathos e accento patetico durante la preghiera; migliore il duettino
conclusivo.
Ottima la Rovena di Kristiane Kaiser; efficacissimo
Franz Supper nella parte di Isacco, padre di Rebecca;
più che adeguato il Cedrico di Adrian Sâmpetrean;
particolarmente interessante, nel ruolo del gran maestro dei templari, la
vocalità di Armando Piña, giovane baritono uscito dalle
Accademie di Zurigo e Philadelphia.
Perfetta la prova del Salzburger Bachchor guidato da
Alois Glassner.
Grandioso successo con ovazioni da stadio per tutti gli interpreti e i
musicisti, nella speranza che ciò decreti il ritorno in repertorio di questa
bellissima opera.
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