Il Festival del Maggio Musicale Fiorentino segna il secondo
successo consecutivo con la messinscena di Albert Herring di Benjamin
Britten, dimostrando ancora una volta di essere un contenitore
culturale di alto livello, attivo, innovativo e innovatore. Peccato che
l'organizzazione dei programmi e la pubblicità dei calendari vada poco oltre
l'Arno e nonostante l'ottima qualità degli spettacoli, tra i migliori in Italia,
il pubblico intervenuto alla Pergola era così poco da poter entrare tutto al
Goldoni. Colpa anche del fiorentino medio, che all'Opera si è
abituato ad avere il parcheggio comodo e gratuito. Insomma, una serie di
contingenze che hanno fatto di questa bellissima produzione un'occasione
sprecata.
Albert Herring è opera di vero teatro, che necessita di
essere interpretata musicalmente e scenicamente con estrema perizia, altrimenti
rischia di implodere in un'accozzaglia poco significativa.
A Firenze Jonathan Webb fa tesoro di tutto il suo sapere
britteniano conducendo la brava Orchestra del Maggio in suoni
limpidissimi e in fraseggi espressivi piuttosto eloquenti e, con questa base,
ottiene altrettanto dall'eccellente compagnia di canto, impreziosita dall'ottimo
lavoro di regia di Alessandro Talevi, che assicura sguardi e
gestualità da vero teatro inglese. I suoi divertentissimi personaggi sembrano in
parte usciti da Downton Abbey e grazie anche alle belle ed
efficacissime scene di Madeleine Boyd, che pure disegna costumi
davvero pregevoli e azzeccati, in platea sembra di sentire il profumo della
nebbia britannica, o quello delle pesche di Herring's.
Sam Furness, dotato di vocalità limpida e brillante, abile
nei piani e nelle mezze voci, è un Albert molto ben riuscito,
inizialmente remissivo, poi in preda alla catarsi, mai personaggio comico, ma
sempre divertente nel suo aplomb inglese.
Elegante oltre ogni misura la Lady Billows di Orla Boylan,
che in questa veste fa invidia alla Violet Crawley di Maggie
Smith. Inizialmente parte un po' stridula, ma dopo poche pagine la
vocalità spinta le permette di rendere al meglio tutte le insidie della parte,
con delle salite all'acuto davvero efficaci.
È affiancata da un'altrettanto eccellente Gabriella Sborgi
nel ruolo di Florence Pike, che dimostra tutta la sua esperienza nel
repertorio di Britten sfoggiando un ruolo, sia musicalmente sia
scenicamente, che rasenta la perfezione.
Bravissimi i due innamorati: Philip Smith, Sid
dalla voce chiara e pulita, quasi baritenorile, decisamente morbida e delicata;
Rachel Kelly, una Nancy dal timbro vellutato ma
leggero, perfettamente a suo agio nelle numerose note basse.
Ottimi l'intensa Mrs. Herring di Manuela Custer, la
brillante Miss Wordsworth di Anna Gillingham, il
valido Mr. Gedge di Zachary Altman, il raggiante
Mr. Upfold di Christopher Lemmings, il cavernoso
Superintendent Budd di Karl Huml, come pure squisiti i tre
bambini: Emmie di Sophie Gallagher, Cis di
Bonnie Callaghan e Harry di Nicholas Challier.
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