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Recensione opere La voix humanine di F. Poulenc e Suor Angelica di G. Puccini al Maggio Musicale Fiorentino

William Fratti, 18/02/2016

In breve:
Firenze - Recensione delle opere liriche La voix humaine di F. Poulenc e Suor Angelica di Giacomo Puccini in scena al Maggio Musicale Fiorentino il 5 febbraio.


Sulla scia di proposte culturali meno scontate, un po' distanti dal solito repertorio, l'Opera di Firenze propone un dittico tutto al femminile.

Chi attendeva una scenografia costruita attorno al telefono di Elle è indubbiamente rimasto deluso, poiché l'opera è stata inaspettatamente eseguita in forma di concerto.

Ciononostante l'atto unico di Poulenc non ne ha risentito, poiché Annick Massis, dal momento in cui è entrata in palcoscenico, ha riempito lo spazio vuoto con la sua invidiabile presenza. V

isibilmente indisposta non riusciva a prendere posto sullo sgabello, ma ciò non ha minimamente scalfito la resa vocale cristallina, ricchissima di fraseggio pregevole e raffinato.

La sua Voix Humaine è carica di emozioni bipolari, dalla tristezza infinita alla gioia più grande, passando per il rammarico, la rassegnazione, la tensione, l'ansia, l'agitazione, l'attesa e le mille sfaccettature sapientemente descritte da Francis Poulenc e accortamente rese con il canto dal soprano francese.

La accompagna un bravo Xu Zhong alla guida della precisa Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, con suoni limpidi e puliti. Lo stesso nitore lo si riscontra anche nella direzione della successiva Suor Angelica, dove però l'eccessiva meccanicità va a discapito dello sviluppo sentimentale ed emotivo del dramma, oltre a prevaricare le voci in alcuni punti, complice anche la pessima acustica del teatro.

Lo spettacolo di Andrea De Rosa creato un anno fa per il Regio di Torino è sempre efficacissimo, perfettamente filologico pur lontano dalla tradizione e da trasposizioni insensate. È un allestimento che fa pensare molto, soprattutto in questi giorni di polemica sui diritti civili: Angelica è stata privata del diritto di essere madre e crescere la sua creatura da una famiglia che voleva evitare uno scandalo, cui la chiesa si è resa complice attraverso la reclusione di un innocente che doveva scontare chissà quale peccato. Non c'è alcunché di spirituale in questa storia; dopotutto resta solo l'umano dolore di una mamma che sopravvive al figlio. E infine non c'è alcunché di mistico neppure nella grazia ricevuta dal cielo, ma solo l'inconscia capacità di perdonarsi nel momento del delirio causato dal veleno, anche grazie al gesto toccante di una paziente - indubbiamente più altruista delle sue carceriere - che le regala il proprio bambino - una bambola - per cercare di placare le sue angosce. E Angelica trova la pace prima della morte.

C'è poco da aggiungere in merito all'interpretazione di Amarilli Nizza, che è arrivata ad un'interiorizzazione tale del personaggio che non può più neppure superare se stessa. L'alternare Verdi a Puccini nel corso della sua carriera l'ha vista centrare numerosi bersagli: il suo canto verdiano è al servizio della parola scenica attraverso l'accento e un fraseggio prevalentemente teatrale, mentre il suo canto pucciniano si presta al libretto in maniera più emotiva lasciando prevalere un fraseggio più realistico. Ogni volta in scena non si percepisce la presenza di Amarilli Nizza, ma solo il grandioso personaggio creato dalla mente geniale di uno o l'altro compositore.

Argomentazione simile anche per quanto riguarda Anna Maria Chiuri, che negli ultimi anni si è imposta come interprete di riferimento in molti ruoli grazie ad una musicalità arricchita di morbidezza e duttilità che le permettono di primeggiare in diversi repertori.

Oltre a Nizza e Chiuri arrivano dalla produzione di Torino anche le brave Silvia Beltrami, Claudia Marchi e Valeria Tornatore.

Altrettanto efficace la suor Genovieffa di Patrizia Cigna accanto alle altre suore interpretate da Romina Tomasoni, Elisabetta Ermini, Marta Calcaterra, Irene Molinari, Tonia Langella, Simona Di Capua, Silvia Mazzoni, Paola Leggeri.

Ottimo il Coro femminile e il Coro delle voci bianche del Maggio Musicale Fiorentino guidato da Lorenzo Fratini.

Una particolare nota di merito ai figuranti speciali: Nenè Barini, Edy Bartolett, Sabina Cesaroni, Gaia Mazzeranghi, Patrizia Poeta, Jane Tayar.

 
 
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