Se la scelta del Teatro alla Scala di chiudere la
Stagione 2014-2015 con Wozzeck è stata un ripiego, sicuramente si
tratta di un rimedio eccellente, un colpo nel segno della cultura.
La ripresa dello storico spettacolo di Jürgen Flimm ad opera
di Giovanna Maresta è altra soluzione vincente, poiché
l'allestimento – che non ha alcun costo aggiuntivo – è validissimo ed
estremamente esplicativo e significativo della travolgente musica di
Berg, dell'inevitabile caduta nel baratro di Wozzeck.
Sempre efficaci le scene di Erich Wonder e i costumi di
Florence Von Gerkan; davvero azzeccate le luci di Marco
Filibeck.
Indiscutibilmente ottima la bacchetta di Ingo Metzmacher
alla guida della superlativa Orchestra del Teatro alla Scala
che qui si trova al suo massimo livello, con suoni pulitissimi, ritmi
incalzanti, sonorità davvero sorprendenti, soprattutto nel formidabile finale.
Michael Volle è un Wozzeck quanto mai insuperabile,
interprete encomiabile nella linea di canto, nell'accento e nel fraseggio,
soprattutto nella recitazione sempre sorprendente.
Lo accompagna un'altrettanto brava Ricarda Merbeth nei panni
di Marie, ottima soprattutto nel registro acuto che sa tenere morbido
anche dove la scrittura tende all'urlo.
Molto positive anche le altre parti, dal bravissimo Tambourmajor di
Roberto Saccà all'efficacissimo Dottore di
Alain Coulombe e all'esperto Hauptman di Wolfgang
Ablinger-Sperrhacke; dal buon Andres di Michael
Laurenz all'opportuno Matto di Rudolf Johann
Scahsching.
Adeguati anche i due apprendisti di Andreas Hörl e Modestas
Sedlevicius e la Margret di Marie-Ange Todorovitch.
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