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Intervista al soprano Sara Daldoss Rossi

Redazione Liricamente, 05/10/2015

In breve:
Prosegue la rubrica di Liricamente che mira a far conoscere i giovani professionisti del canto lirico. Raccontiamo le storie di questi giovani per far capire quanto sia difficile farsi strada nel mondo della lirica che è allo stesso tempo tanto bello, perchè ricco di passione e di cultura, quanto snobbato nel nostro Paese. Dopo averla conosciuta, abbiamo scelto di intervistare il soprano Sara Daldoss Rossi perchè ha una storia particolare da raccontare: poichè in Italia era difficile mantenersi con il canto lirico, ha deciso di fare un'esperienza in Germania che le sta aprendo le porte per il mondo! Sara è uno dei tanti esempi di come un soprano italiano, pur dotato di talento, fatichi a farsi strada nei teatri nazionali (perchè spesso preferiscono far cantare donne straniere che magari non sanno nemmeno pronunciare la nostra lingua), mentre all'estero ha trovato lavoro e soddisfazioni, riuscendo a dimostrare il suo valore.


Prosegue la rubrica di Liricamente che mira a far conoscere i giovani professionisti del canto lirico.
Raccontiamo le storie di questi giovani per far capire quanto sia difficile farsi strada nel mondo della lirica che è allo stesso tempo tanto bello, perchè ricco di passione e di cultura, quanto snobbato nel nostro Paese.
Questi giovani sono l'esempio dell'Italia intraprendente che ha successo all'estero.
Dopo averla conosciuta, abbiamo scelto di intervistare il soprano Sara Daldoss Rossi perchè ha una storia particolare da raccontare: poichè in Italia era difficile mantenersi con il canto lirico, ha deciso di fare un'esperienza in Germania che le sta aprendo le porte per il mondo! Sara è uno dei tanti esempi di come un soprano italiano, pur dotato di talento, fatichi a farsi strada nei teatri nazionali (perchè spesso preferiscono far cantare donne straniere che magari non sanno nemmeno pronunciare la nostra lingua), mentre all'estero ha trovato lavoro e soddisfazioni, riuscendo a dimostrare il suo valore.
Senza voler far polemica, vi raccontiamo la storia di una giovane donna intelligente, bella, intraprendente, solare e appassionata d'opera che, con tenacia, ha creduto nei suoi sogni e giorno dopo giorno li sta realizzando tutti! Canta prevalentemente in Germania, ma in realtà tra qualche giorno sarà in Italia, a Milano, per interpretare il Requiem di Verdi.

1) Sara, qual è stato il tuo percorso di studi, perchè hai iniziato a studiare canto?
Ho iniziato a studiare canto da piccola con lezioni di canto private, poi ho frequentato e mi sono diplomata al Conservatorio Arrigo Boito di Parma.
Durante quegli anni è stato significativo iniziare a fare i primi passi sul palco del Teatro Regio di Parma con il progetto Imparolopera a cui ho partecipato da protagonista in 3 o 4 produzioni.
[Imparolopera è una splendida iniziativa portata avanti dal Teatro Regio di Parma in collaborazione con il Conservatorio Arrigo Boito di Parma volta a creare una stagione d'opera ad hoc per i bambini e i ragazzi della scuola primaria e secondaria di primo grado per diffondere la cultura dell'opera lirica. I cantanti sono scelti tra gli studenti del Conservatorio ed è un'ottima opportunità per fare esperienza e cantare in teatro.]
Poi ho fatto alcuni concorsi in particolare, l'Aslico e poi ho fatto l'Opera Studio di Domingo a Valencia.
Ho poi pensato a quale tipo di esperienza avrei potuto fare e l'idea dell'ensemble nei Paesi nordici, in particolare in Germania, mi interessava.
Ho fatto un'audizione a Munster ed è andata bene, quindi dal 2013-2014 sono soprano stabile presso questo teatro di media grandezza.
Ho un contratto secondo il quale sono lì per tre produzioni l'anno e nel tempo libero posso lavorare presso altri teatri. Per ora è una soluzione ottimale.

2) Come funziona una giornata di lavoro in una compagnia stabile? Quali opere hai fatto?
Io ho iniziato il primo anno con la produzione di Il Trovatore di Verdi, nel ruolo di Leonora, poi ho fatto il ruolo di Teresa nell'opera Benvenuto Cellini di Berlioz e una Dama ne Die Zauberflote (Il Flauto magico) di Mozart.
Lo scorso anno ho fatto Micaela in Carmen di Bizet, Mimì in La Bohème di Puccini e Marie ne Prodana nevesta (La sposa venduta) di Smetana.
Ogni contratto dipende dalle persone che lo stipulano, quindi non sono tutti uguali.
In Germania tutti i teatri hanno un ensemble fisso di cantanti stipendiati mensilmente che copre un 70-80% delle produzioni che si svolgono ogni anno: che si facciano 10 recite o che se ne facciano 2, io percepisco uno stipendio mensile fisso che ho stipulato a inizio contratto. L'orario di lavoro, in genere, è dalle 10 alle 12 e dalle 18 alle 22. Non è detto che si lavori tutto il tempo, ma si è a disposizione della produzione.
In genere le produzioni durano dalle 4 alle 6 settimane e si fanno molte prove.
Ho fatto una produzione di Thais in Brasile, e lì ho constatato che la produzione è molto più corta, in un mese abbiamo fatto prove e recite, in Germania invece ci sono tante prove.

3) Tu come ti sei trovata con questo metodo di lavoro? Ti ha permesso di crescere professionalmente e/o di migliorare la tecnica?
Io mi sto trovando molto bene, perchè ho un Sovrintendente molto attento che dopo avermi conosciuto il primo anno mi ha concesso di fare tutte opere adatte al mio repertorio. Io stessa ho fatto delle proposte che sono state accolte. So invece che altri colleghi non hanno avuto la mia stessa fortuna.
L'orario di lavoro cozza un po' con la mia difficoltà di cantare a cantare alle 10 del mattino.
Questo ritmo di lavoro ti consente anche di capire fin dove puoi cantare in voce e quando ti devi e di puoi risparmiare.
Io a Munster faccio una quarantina di recite all'anno. Questo significa che sono sul palcoscenico non solo 40 volte, ma se si considerano anche la generale e l'anti-generale, la quota sale.
Impari a prendere confidenza e a muoverti meglio sul palcoscenico e canti in uno spazio ampio come il teatro: un conto è studiare in una stanza, un altro conto è cantare in uno spazio scenico ampio come il teatro, quindi puoi fare tante prove tecniche.
Un'opera puoi cantarla per 15-16 recite. Il numero delle recite per titolo è elevato e si ha modo di cantare un ruolo per tanti mesi.

4) Quali sono le principali difficoltà che hai riscontrato andando in Germania?
Prima di tutto la lingua. Io parlavo italiano, inglese e spagnolo, ma non conoscevo il tedesco.
In un teatro come quello di Munster ci tenevano molto che io parlassi tedesco. Mi sono data da fare e l'ho imparato: dopo 7-8 mesi potevo fare prove di regia e musicali completamente in tedesco.
Naturalmente è utile sapere il tedesco, perchè vivendo in Germania, è utile parlare la lingua del Paese in cui vivi, per poter integrarti meglio.
Io sono stata fortunata, perchè in genere non assumono cantanti che non sanno il tedesco, io sono l'eccezione che conferma la regola.
Il consiglio che dò a chi vuol fare questo tipo di esperienza è quindi quello di studiare e imparare il tedesco.
Le altre difficoltà sono quelle che si hanno vivendo in un altro Paese facendo questo mestiere!

5) Quali sono le principali soddisfazioni che hai avuto?
Le soddisfazioni sono tante. In Brasile ho fatto un'esperienza bellissima. Ho fatto Thais che è un'opera bellissima, ma difficile. Ho avuto la fortuna di lavorare con un cast stellare. Io facevo parte della seconda compagnia e nella prima compagnia la protagonista era Ermonela Jaho che considero una grande artista dalla quale si impara tantissimo, assistendo alle sue prove. C'era un maestro bravissimo francese Alain Guingal, musicista straordianario. La regia era di Stefano Pola, che ha curato la regia di Thais al Regio di Torino.
Ho provato una grande soddisfazione. Poi sono tornata a "casa" a Munster, che ormai considero davvero come casa mia, perchè ormai dopo due anni il pubblico mi conosce. A fine agosto abbiamo debuttato "Les contes d'Hoffmann" ed è stato come tornare in famiglia.
Ad ottobre farò il Requiem di Verdi all'auditorium "La Verdi" di Milano diretto da Jader Bignamini.

Sono contenta perchè sono riuscita a compensare i periodi in cui non sono impegnata a Munster con altre produzioni importanti.

6) Quanto tempo dedichi allo studio e alla preparazione dei ruoli?
Per me la condizione ottimale per lo studio di un ruolo è un anno. Tutti i ruoli che ho debuttato a Munster ho cominciato a studiarli un anno prima. Al giorno, dipende dalle condizioni. Quando faccio prove di regia, non sono in condizioni di cantare molto perchè è molto stancante, mentre normalmente in media un'ora e mezzo o due di canto in voce tutti i giorni cerco sempre di dedicarla.

7) Hai mai pensato di cambiare mestiere?
A volte ci si pensa, perchè ci sono momenti difficili. D'altro canto però le soddisfazioni sono tante e ritengo che chi riesce a vivere di musica è un privilegiato.

8) Qual è un tuo difetto e quale un tuo pregio?
Sono distratta. A volte dovrei stare più attenta... a volte anche a quello che dico, perchè per distrazione talvolta parlo un po' troppo.
Non è distrazione, è solarità! Tu sei solare e quindi ti piace parlare!
Si, sono solare e energica.
Aggiungerei anche intraprendente!

Grazie mille Sara!

 
 
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