Appuntamento imperdibile del XXXVI Rossini Opera Festival è
la Messa di Gloria, il cui forte richiamo ha spinto la
direzione a spostare il luogo dell'esecuzione all'Adriatic Arena, che dispone di
molti più posti del Teatro Rossini, dove era stata inizialmente annunciata.
Motivo principale di tanta rincorsa al botteghino è indubbiamente la presenza
di Juan Diego Florez che non solo è depositario di un certo
sapere rossiniano, ma ne è anche abilissimo esecutore e perciò non dovrebbe
mancare ad alcuna edizione del Festival, come pure altri interpreti non oggetto
di questa recensione che invece sono assenti da diversi anni.
Il celebre tenore non rende la sua consueta prova superlativa nel “Gratias”,
mentre eccelle ed incanta sia nel “Qui tollis” sia nella successiva
cantata Il pianto d'Armonia sulla morte d'Orfeo.
Ricorrere ai soliti elogi nei suoi confronti sarebbe un'inutile ripetizione,
mentre in questa occasione è giusto sottolineare quanto di più evidente ha
apportato la sua performance priva di rappresentazione scenica, ovvero il saper
dare vita ad ogni singola parola attraverso una bellissima e chiarissima
pronuncia, un fraseggio armonico, la capacità di cantare tutte le consonanti,
prendendo ogni lettera e ogni vocabolo girandoli e impastandoli solo a favore
del gusto musicale rossiniano.
Lo accompagna un'altra stella, Jessica Pratt, che si prodiga
in una buona riuscita della Messa di gloria, ma risulta migliore ne La morte di
Didone. Ciò che emerge dalla sua esecuzione, come già notato in precedenti
occasioni, è una certa forma di pigrizia nel volersi superare pur possedendone i
mezzi, forse consapevole di essere già interprete di primissimo livello. In
questo caso specifico la si sente caricare troppo in basso e ciò causa una
velatura di tre o quattro note sulla prima ottava. Certamente qui si sta
discutendo di piccolezze che probabilmente passerebbero inosservate per cantanti
qualunque, ma poiché si sta scrivendo di Jessica Pratt, di una delle più belle
voci dell'attuale panorama lirico internazionale, brillantissima, tecnicamente
preparata, neppure questi dettagli sono perdonabili, poiché da lei ci si aspetta
solo il meglio. In conclusione va notato che talvolta cambia la posizione di
alcune note lunghe, col risultato di produrre suoni altalenanti che potrebbero
sembrare poco intonati pur non essendolo.
Le due star sono accompagnate dalla bravissima Viktoria Yarovaya,
dotata di buona tecnica, dall'efficace Dempsey Rivera e da
Mirco Palazzi che sempre più spesso brilla in acuto come un
baritono, mentre si trova un poco impacciato nelle note basse.
Eccellente la prova del Coro del Teatro Comunale di Bologna
preparato da Andrea Faidutti, approssimativa invece è quella
della Filarmonica Gioachino Rossini diretta da uno svogliato
Donato Renzetti.
|