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Come salvare i teatri d'opera: intervista a Francesco Ernani

Redazione Liricamente, 29/04/2015

In breve:
"L'educazione musicale in Italia deve diventare un momento importante che accompagna i ragazzi dalla scuola elementare in avanti e deve diventare la nostra bandiera a livello internazionale perchè fa parte della nostra cultura e non dobbiamo più farci trovare all'ultimo posto in Europa come invece dimostrano le attuali statistiche." così Francesco Ernani, sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna, ha concluso la nostra piacevole intervista.


"L'educazione musicale in Italia deve diventare un momento importante che accompagna i ragazzi dalla scuola elementare in avanti e deve diventare la nostra bandiera a livello internazionale perchè fa parte della nostra cultura e non dobbiamo più farci trovare all'ultimo posto in Europa come invece dimostrano le attuali statistiche." così Francesco Ernani, sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna,  ha concluso la nostra piacevole intervista. Abbiamo conosciuto il dott. Ernani in occasione del concorso di canto lirico organizzato da O.M.E.G.A. nel marzo scorso a Firenze. In poche righe ha espresso il suo pensiero circa lo stato dell'arte dell'opera lirica in Italia indicando qual è il metodo da adottare per risollevare i teatri.
E' stato presidente dell'Associazione Opera Europa e ciò gli ha dato modo di conoscere e da vicino come funzionano i teatri in Europa e nel resto del mondo. Ha vissuto sempre per il teatro, e ha maturato, iniziando da giovanissimo, una crescita professionale tale da fargli apprendere come si deve gestire una Fondazione lirica, ben consapevole delle grandi responsabilità che tale ruolo implica.

Francesco Ernani - Presidente e Sovrintendente Teatro Comunale di Bologna1) Dott. Ernani, cosa ne pensa della situazione dei teatri in Italia? Perchè stiamo andando alla deriva? Cosa propone per cambiare la rotta?
Nel 1991 quand'ero a Genova, scrissi un libro "La repubblica degli enti lirico-sinfonici" (ed. UTET) in cui descrivevo la situazione degli allora 13 Enti lirici che dovevano gestire il passaggio da Ente a Fondazione di natura privata con tutti i problemi che ne sarebbero derivati.
Allora, come oggi, continuo a sostenere che bisogna mantenere l'investimento pubblico sul bene culturale del teatro d'opera in Italia, perchè la cultura è un beneficio: può attrarre turismo internazionale, dare occupazione ai giovani che frequentano i conservatori musicali e le accademie d'arte.

Sto preparando un nuovo libro in cui metto in rilievo l'importanza del finanziamento pubblico per ridare la vita culturale che porta interessi all'economia del Paese e anche a tutto l'indotto che essa produce.

2) Il finanziamento dev'essere solo pubblico oppure anche privato? E perchè il privato in Italia non investe?
In Italia l'investimento del privato è meno agevolato rispetto agli Stati Uniti in cui è prevista la detassazione per i privati che sostengono la cultura e i teatri.
In Italia solo da poco tempo è stata introdotta un'esenzione per chi finanzia la cultura, che però deve sottostare a particolari criteri. Questo provvedimento dovrebbe iniziare a portare qualche beneficio, pur essendo comunque un momento difficile per tutto il Paese.

3) Voglio essere provocatoria: se un privato decide di finanziare la cultura, deve però avere la certezza che le risorse investite portino un ritorno e siano gestite in modo ottimale e produttivo, non sprecate.... Come funzionano i teatri in Italia? Sono produttivi?
Questa è una domanda importante. Come funzionano i teatri? Dipende dalle persone che sono chiamate a gestirlo!
Una recente riforma ha dato maggiori poteri al sovrintendente e al consiglio di indirizzo con rappresentanti del Comune, della Regione e dello Stato e i privati che finanziano il teatro.
E' quindi importante scegliere le persone giuste che sappiano guidare una macchina così importante per l'attività e l'immagine del nostro Paese.

Io sono stato il primo presidente dell'Associazione Opera Europa e mi sono accorto che in Germania i teatri lavorano tutti in un certo modo, i Comuni, le Regioni e lo Stato investono nei teatri d'opera e di prosa che funzionano molto bene. La produttività è elevata e il pubblico risponde positivamente, quindi ne deriva che l'investimento pubblico dà risultati importanti in termini di ritorno culturale.

L'indagine che avevo condotto sull'investimento pubblico per la musica stanziato dai vari Paesi, ha evidenziato che l'Italia è all'ultimo posto in Europa!
Se lo Stato, le Regioni e i Comuni non comprendono l'importanza del finanziamento culturale nel campo della musica, noi non riusciamo a mantenere il prestigio delle nostre istituzioni, dei nostri teatri che hanno fatto la storia del teatro d'opera nel mondo e che attraggono ancora oggi il pubblico di tutto il mondo!

4) Mi ricollego a quanto ha detto su come funzionano i teatri all'estero e apro una nuova provocazione: in questi mesi Liricamente sta intervistando giovani professionisti dell'opera, molti di loro ci hanno raccontato che per iniziare la carriera hanno dovuto fare un'esperienza all'estero, in particolare in Germania, perchè c'è l'opportunità di lavorare in modo continuativo in teatro e fare una buona gavetta. Perchè i giovani sono costretti a partire dall'estero? Perchè in Italia le istituzioni liriche non danno questa opportunità?
In Italia ci sono 14 Fondazioni Lirico Sinfoniche che operano nei termini che tutto conoscono. Ciò che è importante è come aumentare il livello di produttività del teatro. Sarebbe necessaria anche un'alleanza tra le varie istituzioni che operano nel territorio e anche fuori dal territorio. Quando ero presidente di Opera Europa ho avuto contatti anche con Marc Scorca direttore generale di Opera America e ho avuto modo di constatare che negli altri Paesi si fanno documenti di alleanze tra teatri e istituzioni e si fanno attività di sostegno affinchè orchestra, coro e corpo di ballo abbiano la stabilità di un impiego,  girando in altri teatri nel mondo.
Quando ero alla Scala, ricordo il grande successo che ebbe il nostro corpo di ballo della Compagnia della Scala a New York. Furono applauditi per un quarto d'ora. C'era Luciana Savignano che danzava come étoile e Carla Fracci come étoile ospite. Abbiamo questa grande carta della cultura che dobbiamo utilizzare e sfruttare per superare questo momento difficile.

Abbiamo oltre 50.000 giovani iscritti negli oltre 80 conservatori italiani a cui dobbiamo dare, una volta diplomati, la possibilità di trovare un impiego.

5) Lei ha parlato di produttività del teatro. Qual è la ricetta per rendere un teatro produttivo?
Chi è chiamato a guidare un teatro deve conoscere bene la struttura operativa del teatro: orchestra, coro, corpo di ballo, tecnici, laboratori, tecnici di produzione, servizi di palcoscenico e vedere come poter produrre con la maggior efficienza possibile e capire la qualità del servizio che si può offrire in base alle risorse di cui si dispone.
Queste competenze non si devono "scoprire", ma si devono già avere, al massimo si possono "perfezionare", quindi alla guida di un teatro non ci si può improvvisare, ma bisogna avere specifiche competenze.

Io, nella mia vita a servizio del teatro, ho avuto la fortuna di iniziare da giovanissimo e lavorare come comparsa all'Arena di Verona, ho fatto poi il direttore amministrativo, il direttore del personale alla Scala di Milano, il segretario generale e solo alla fine il Sovrintendente. Del teatro conosco tutto ciò che si deve conoscere per guidarlo nel rispetto dei programmi e dei progetti. Ciò che più conta è il rispetto dell'uso delle risorse che vengono messe a disposizione dai soci fondatori di diritto Stato, Comune e Regione e dalla capacità di attrarre investimento privato.

6) La competenza non si può improvvisare...
No, infatti, ad una cena di Opera Europa, che abbiamo fatto lo scorso anno qui a Bologna, c'erano i sovrintendenti di molti teatri tedeschi e francesci e tutti vantavano una gavetta diretta sul campo.

7) Anche nel privato nelle aziende di eccellenza si opera in questo modo: si parte dalla gavetta per raggiungere i vertici.
Dobbiamo perseguire questi obiettivi e far capire agli organi deliberanti che i teatri devono essere affidati a persone che abbiano le competenze e le capacità di governare e guidare l'istituzione anche in tempi di grande depressione come quella che stiamo vivendo oggi. C'è da fare economie, ma c'è da produrre anche di più, quindi è necessario conoscere molto bene come si costituisce un'orchestra, un corpo di ballo...
Sono venuti a trovarmi con molta preoccupazione alcuni ballerini di un'ente, che sta per eliminare il corpo di ballo. Onestamente mi rammarica vedere che chi è chiamato a decidere di risanare un'istituzione pensa di risolvere il problema riducendo gli organici anzichè perseguire altre economie.

8) Quali sono un suo pregio e un suo difetto?
Il mio pregio è quello di aver dato sempre tutto al teatro e di continuare anche adesso a studiare ancora per il teatro.
Il difetto è quello di aver trascurato la famiglia per troppo amore verso il teatro.

9) Diamo un messaggio di speranza... Cosa offrono il teatro, la musica, la danza, l'arte? Perchè dobbiamo investire nel teatro?
Io penso che i veri valori della nostra vita sono quelli dell'animo e dello spirito: la musica rappresenta uno di questi valori perchè può accompagnare e far superare gli ostacoli della realtà quotidiana che non è sempre facile.
Il messaggio che voglio dare anche a chi ci governa è che l'educazione musicale in Italia deve diventare un momento importante che accompagna i ragazzi dalla scuola elementare in avanti e deve diventare la nostra bandiera a livello internazionale perchè fa parte della nostra cultura. Non dobbiamo più farci trovare all'ultimo posto in Europa come invece dimostrano le attuali statistiche.

Noi la ringraziamo per la sua disponibilità e per il messaggio positivo che ci ha offerto.

 
 
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