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Intervista al baritono Gezim Myshketa

Redazione Liricamente, 27/03/2015

In breve:
Albanese di origine, ha trascorso ormai metà della sua vita in Italia, perchè ha soli 32 anni ed è giunto qui da solo quando ne aveva poco più di 16. Ha studiato a Parma e, dopo il debutto a 22 anni anni, ha già calcato i palcoscenici dei principali teatri europei. E' caparbio ed ha una forza vitale trascinante, che gli ha consentito di superare le difficoltà e i sacrifici di gioventù facendosi ben volere da molte persone che, riconoscendo il talento, lo hanno aiutato a mantenersi gli studi e oggi sta raccogliendo con gioia le meritate soddisfazioni di questa splendida professione.


Albanese di origine, ha trascorso ormai metà della sua vita in Italia, perchè ha soli 32 anni ed è giunto qui da solo quando ne aveva poco più di 16. Ha studiato a Parma e, dopo il debutto a 22 anni anni, ha già calcato i palcoscenici dei principali teatri europei. E' caparbio ed ha una forza vitale trascinante, che gli ha consentito di superare le difficoltà e i sacrifici di gioventù facendosi ben volere da molte persone che, riconoscendo il talento, lo hanno aiutato a mantenersi gli studi e oggi sta raccogliendo con gioia le meritate soddisfazioni di questa splendida professione.

1) Com'è nata la tua passione per la lirica? Dove hai studiato e com'è stato il tuo inizio di carriera?
La passione per l'opera nasce in una famiglia aristocratica albanese, caduta in disgrazia negli anni del comunismo, esiliata ed espropriata delle proprietà e costretta a vivere in una baracca, che ha trovato consolazione nella musica e nell'arte. Una passione per la musica che risale lontano: mio nonno negli anni '20 quando era in attività era un habitué de La Scala, aveva acquistato strumenti musicali per tutti i suoi figli. Io crebbi in questo ambiente studiando musica e canto fin da piccolo.

Nel 1999 mi diedero la possibilità di fare un'audizione per l'ammissione al conservatorio di Parma.
Fui ammesso ed ebbi l'immensa fortuna di incontrare il mio maestro, il tenore Giuliano Ciannella che mi impostò la voce in maniera corretta. Da giovanissimo io avevo studiato canto ed ero stato impostato da tenorino leggero, invece lui scoprì la mia voce, quella con la quale parlavo, e mi fece studiare da baritono.
Al conservatorio di Parma conobbi molte persone importanti, anche alcune che purtroppo oggi non vivono più come il maestro Federici, che mi hanno aiutato e mi hanno indirizzato nella giusta direzione.
In conservatorio ebbi la fortuna di vincere un concorso interno e venni scelto per fare Figaro ne "Le nozze di Figaro". Debuttai quindi a 22 anni al Teatro di Fidenza, diretto da Alemanni e a fianco di altri colleghi che stanno facendo carriera come il soprano Tania Bussi, il baritono Gianluca Margheri, il baritono Valdis Jansons.
Sono stati anni molto belli al conservatorio di Parma, anche se un po' difficili perchè per mantenermi dovevo fare anche il cameriere.

L'anno successivo vinsi l'Aslico nel 2005-2006 e poi è decollata la mia professione.

2) Ed ora dove dobbiamo venire ad ascoltarti?
Ho fatto recentemente anche un'esperienza registica: ho cantato e curato la regia nella produzione del "Gianni Schicchi" al Teatro Nazionale di Tirana, il mio paese. Sia ben chiaro: non ho intenzione di cambiare mestiere, però ho voluto cogliere un'occasione che mi è stata offerta e provare a mettere in campo l'esperienza maturata in dodici anni di carriera.
Ho poi ripreso le recite di Traviata a Stoccarda nel ruolo di Germont che riprenderò anche ad Amburgo. Andrò poi a Touluse con una nuova produzione di Turandot. Sarò Fra Melitone a Verona e poi andrò ad Anversa, in Lussemburgo e poi ancora Stoccarda.

La mia carriera si sviluppa in Europa, anche se avrei preferito svolgerla totalmente in Italia, ma non è possibile per ragioni economiche.

3) Tu vivi in Italia ormai da 16 anni, quindi metà della tua vita l'hai trascorsa in Italia.
Si, ho molti amici e molti ricordi belli. Sicuramente i primi anni sono stati difficili, ma ho incontrato tante belle persone che hanno creduto in me e mi hanno aiutato: il mio maestro Ciannella, il direttore del conservatorio di quei tempi (Claudia Termini).
Purtroppo però vivere da artista in Italia non è facile. Solo quindici anni fa era tutto differente, perchè anche chi faceva ruoli di comprimariato nelle opere viveva più che dignitosamente. Oggi invece si fa prima a citare quei pochi enti lirici che hanno una situazione stabile rispetto a quelli che hanno difficoltà. I pagamenti ritardano anche per anni.
Non entro nel merito del perchè si sia arrivati a questo punto, però di fatto oggi la situazione è veramente brutta.
Nel mio piccolo cercherò di operare affinchè la lirica in Italia torni ad essere ciò che è sempre stato in passato.

4) Quanto è cambiata la tua voce con la crescita della tua carriera?
Gezim Myshketa - baritono
Io mi ritengo fortunato perchè oltre ad un bravo insegnante ho avuto anche la possibilità di calcare il palcoscenico del Teatro Regio di Parma in occasione di molti concerti, di vari progetti (ad es. Imparolopera) e anche con la copertura di ruoli lirici (ad esempio Leo Nucci ne Il Barbiere di Siviglia). La mia seconda scuola, quindi, è stato il teatro, come dovrebbe essere per tutti i cantanti lirici.
Ciò che si apprende in conservatorio va poi sperimentato sul palcoscenico, quindi mi considero un privilegiato.
La voce è cambiata, sicuramente. Sono arrivato in Italia che cantavo da tenorino leggero con un falsettone alla Beniamino Gigli, poi è stata scoperta la mia voce anche se inzialmente si dubitava tra il basso e il baritono. Ho cantato infatti ruoli come Leporello, Don Giovanni, Figaro ne Le nozze di figaro, Il Conte d'Almaviva.
Da tre o quattro anni a questa parte mi sono stabilizzato sul repertorio del belcanto da baritono puro con una vocalità scura. Pertusi qualche anno fa mi disse che la mia vocalità sarebbe poi diventata verdiana.
Per ora canto volentieri Donizetti, Bellini, qualcosa di Rossini (ho inciso "Il viaggio a Reims") ed ora ho iniziato anche con Verdi: La Traviata e ho progetti per il 2018 di debuttare Don Carlo e Un ballo in maschera. Mi sto proiettando verso il repertorio verdiano.
Ho fatto anche "La battaglia di Legnano" a Parma.

5) So che sei molto prudente e intelligente nella scelta del repertorio.
Mi sono stati proposto ruoli come Scarpia in Tosca o Gérald in Andrea Chenier, ma ho rifiutato. Ringrazio chi me li ha proposti e, credimi, non è stato facile dire "no", perchè comunque rinonciare a certi compensi di questi tempi non è saggio perchè le occasioni si riducono e la concorrenza è tanta. Ho però preferito rifiutare perchè non mi sentivo ancora maturo per farlo. io voglio cantare per tutta la vita e un artista giovane deve fare i conti con sé stesso se non vuole bruciarsi subito.

6) Tu quanto ti alleni?
Non sono metodico. Magari studio tre, quattro giorni consecutivi e magari uno o due salto. Però ho raggiunto un buon rapporto con le mie corde vocali e io riesco a captare quando devo riposarmi e quando invece posso osare. Fino ad oggi non ho mai dovuto cancellare nemmeno una recita perchè sono sempre stato in grado di bilanciarmi.
Lo studio, quindi, oltre che tecnico dev'essere fatto su sé stessi per imparare a conoscersi bene e capire come dosare le energie.
Lo studio poi non è solo esercizi vocali, si può studiare andando a teatro, confrontandosi con i colleghi....
Un'uscita a cena quindi con il tuo amico il baritono Luca Salsi non è piacere ma è studio per te! :-)
E' piacere e studio, perchè un'uscita con un amico e un artista di quel calibro è sicuramente un'occasione piacevole per un confronto costruttivo.

7) Hai qualche aneddoto simpatico da raccontarci?
Per me è stato un grande onore lavorare con importanti direttori d'orchestra a Salisburgo o anche con Campanella nell'Elisir d'amore.
Un episodio emozionante è stato il debutto a Parma ne "La battaglia di Legnano". Ero agitatissimo, tra quel pubblico che così bene conosce Verdi e che mi conosceva! Anche se vivo da 5 anni a Bologna a Parma ho lasciato il cuore perchè mi ha dato tantissimo umanamente e artisticamente. Sai, cantare Verdi a Parma non è come cantare nelle altri parti d'Italia, se si sbaglia a Parma, pure tua mamma arriva a consigliarti di cambiare mestiere!

8) Hai mai pensato di cambiare mestiere?
Gezim Myshketa - baritonoSi, l'ho pensato, per esempio a dicembre ho avuto qualche giorno particolarmente impegnativo: stavo facendo l'ultima recita de il Don Giovanni con la regia di Graham Vick a Reggio Emilia ripreso dalle telecamere Rai, il giorno dopo avevrei avuto un concerto a Tirana e la notte avevo la gola in fiamme. In quel caso ho scritto su Facebook "Se volete male ai vostri figli fate loro fare il cantante lirico", perchè purtroppo ci si trova in situazioni davvero molto stressanti e impegnative, sicuramente non semplici da risolvere!
Il nostro mestiere è molto stressante e sei sempre sotto pressione.
In quei giorni mi prende lo sconforto, penso che sarebbe meglio fare il ragioniere e avere una vita più tranquilla, però poi per fortuna passano velocemente.
Io ti conosco tu non riusciresti mai a stare lontano da un palcoscenico e poi... credi... anche i ragionieri hanno le loro giornate impegnative e stressanti, quindi...
Si hai ragione, e magari non ha nemmeno le stesse soddisfazioni che può avere un cantante lirico. La nostra non è una professione, è una missione, si risponde a un richiamo!

9) Qual è il tuo peggior difetto?
Io sono del segno zodiacale del cancro (7/7/1982) e sono quindi lunatico con cambi repentini di umore e poi sono permaloso. Sono un po' sanguigno e prendo le cose di petto e mi arrabbio con le persone che non rispettano l'arte.

10) Qual è il tuo pregio?
Amo profondamente la mia professione e mi considero altruista, perchè sono sempre pronto ad aiutare chi mi chiede aiuto.

Grazie mille per la bella intervista
Grazie a te. E' stato un piacere risentirti!

 
 
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