Per la prima volta assoluta Goyescas di Enrique
Granados è rappresentata al Teatro Regio di Torino, in
accostamento alla celebre Suor Angelica di Giacomo Puccini.
L'opera di Granados fu commissionata dalla Legion d'Onore
nel 1914, richiedendo che fosse tratta dalla omonima suite pianistica ispirata
ai dipinti di Francisco Goya.
Il risultato, seppur piacevole da un punto di vista musicale, funziona
malamente nella drammaturgia, soprattutto per la mancanza di recitativi, venendo
meno un legame assolutamente necessario al teatro tra un tableau e l'altro.
In occasione di questa première Andrea De Rosa compie un
lavoro magistrale, poiché riesce a catturare l'attenzione dello spettatore nel
seguire una vicenda assolutamente bidimensionale e priva di narrazione. Lo
spettacolo che ne risulta è lineare, fluido, sempre in movimento, coadiuvato da
un progetto luci suggestivo, firmato da Pasquale Mari,
nonché da una coreografia accattivante ideata da Michela Lucenti.
Buona la resa “goyesca” dei costumi di Alessandro Ciammarughi.
Giuseppina Piunti è Rosario e riesce a centrare il
personaggio, seppur con le difficoltà insite nel libretto stesso. La vocalità è
particolarmente morbida nei centri, ma tutta la zona acuta risulta stridula e
fastidiosa.
Andeka Gorrotxategui è Fernando e trova in questa
partitura una scrittura particolarmente consona alla sua voce e riesce a farsi
notare per le belle frasi liriche e lo squillo luminoso.
Meno interessante e abbastanza opaco è il Paquiro di Fabian
Veloz. Ottima la resa sonora della Pepa di Anna
Maria Chiuri.
Se con Goyescas Andrea De Rosa ha compiuto un'operazione
eccellente nel creare una sorta di drammaturgia laddove ben celata, con l'atto
unico di Puccini è riuscito a dare vita, assieme a tutti gli
artisti coinvolti sul palcoscenico e dietro le quinte, ad uno spettacolo di
fortissimo impatto emotivo, attraverso una trasposizione spaziale e temporale
riuscitissima, ma soprattutto sentita dai professionisti che l'hanno fatta loro
e che di conseguenza l'hanno trasmessa al pubblico.
Il monastero diventa un manicomio del dopoguerra e Angelica
un'espiante rinchiusa con la forza, non certo per lavare la vergogna votandosi a
Dio. E dopo il suicidio non accade alcun miracolo, né alcuna grazia. Solo la
morte e il nulla. Il tema trattato, così trasposto, è molto più vicino alla
nostra realtà quotidiana o del passato recente, più di quanto crediamo. Anche la
letteratura e il cinema – Philomena – e la televisione – American
Horror Story: Asylum – hanno cercato di portare in luce un problema umano
davvero straziante.
Le interpreti e le ballerine, guidate dalla regia di De Rosa
e dalla coreografia di Michela Lucenti, hanno svolto
un compito difficile ma riuscitissimo, davvero sentito e sinceramente toccante.
Amarilli Nizza si riconferma per l'ennesima volta una delle
migliori Angeliche della storia dell'opera. Fraseggio e recitazione di
un'espressività ineguagliabile. Voce salda e sicura su tutta la linea di canto,
morbida e suadente nei passaggi lirici, eccezionalmente drammatica nelle pagine
più tragiche, sempre con suoni puliti, poiché la bravissima soprano sa
“sporcare” fuori dal canto per cercare l'effetto. La sua interpretazione fa
sgorgare lacrime dagli occhi più di una volta durante il corso della breve
vicenda.
La affianca l'altrettanto eccellente Anna Maria Chiuri nei
panni di una Zia Principessa che, inaspettatamente e in maniera molto
commovente, si lascia scappare un singhiozzo. Il suo fare algido, ma che lascia
intravedere un piccolo spiraglio di umanità, accompagnato da una vocalità piena
e profonda, nonché da una musicalità invidiabile, fanno della sua
interpretazione un modello da seguire.
Il lungo stuolo dei ruoli comprimari è capitanato dalla bravissima
Silvia Beltrami nei panni della suora zelatrice.
Hanno saputo farsi notare anche la valente suor Genovieffa di
Damiana Mizzi e l'efficace suora infermiera di
Valeria Tornatore.
Completano il cast Claudia Marchi, Maria Di Mauro, Nicoletta Baù,
Maria de Lourdes Martins, Samantha Korbey, Daniela Valdenassi, Sabrina Amè,
Roberta Garelli, Eugenia Braynova, Paola Isabella Lopopolo, Cristina Cordero,
Raffaella Riello.
Eccellente la prova del Coro del Teatro Regio, del Coro voci bianche
del Teatro Regio e del Conservatorio Giuseppe Verdi, guidati da
Claudio Fenoglio.
Bravissimi i membri di Balletto Civile.
Ottima anche la prova dell'Orchestra del Teatro Regio
diretta da un ispirato Donato Renzetti che, sia in
Granados sia in Puccini, sa fraseggiare con colori e
cromatismi, attraverso passaggi morbidi e puliti, ottenendo un suono ben
amalgamato e che respira oltre la buca, tanto in sala quanto in palcoscenico.
|