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Recensione opera La cambiale di matrimonio di G. Rossini al Teatro Regio di Parma

William Fratti, 05/03/2014

In breve:
Parma - Recensione dell'opera lirica "La cambiale di matrimonio" di Gioachino Rossini in scena al Teatro Regio di Parma il 28 febbraio 2014.


La seconda delle tre opere in programma nella Stagione Lirica 2014 del Teatro Regio di Parma è pressoché interamente dedicata ai giovani e poiché il male sta negli occhi di chi guarda, si vuole pensare che questa operazione sia voluta a scopo didattico e con l'intenzione di dare delle opportunità alle nuove leve; e non a scopo economico, per produrre risparmio sulle spalle degli artisti in modo da ripristinare il deficit di bilancio.

Il gruppo di lavoro che firma lo spettacolo è composto dai soli professionisti di questa produzione de La cambiale di matrimonio di Gioachino Rossini.

Andrea Cigni, con eccellente efficacia, sposta l'azione nella Bassa tra Parma e Reggio, dove gli allevamenti Mill sono noti per il pregio delle vacche da latte.

Dario Gessati disegna una scenografia ricca, bella e pertinente e Valeria Donata Bettella dei costumi deliziosi, il tutto realizzato col prezioso contributo dei migliori studenti delle sezioni Discipline dello Spettacolo, Arti Figurative e Architettura del Liceo Artistico Statale Paolo Toschi e della Specializzazione Moda e Abbigliamento dell'Istituto Professionale di Stato per l'Industria e l'Artigianato Primo Levi.

Mentre l'allestimento dà un notevole segno di novità, la realizzazione della drammaturgia appare invece scontata per certi versi – il gioco col mappamondo si è già visto, così come gli atteggiamenti gai del cassiere/maggiordomo – e inutilmente inverosimile per certi altri – Tobia che viene arrotolato nella mappa, o i due innamorati che salgono sulle forme di Parmigiano per baciarsi – per poi irrompere in maniera del tutto inutile nel finale a cavallo delle vacche.

I protagonisti di Rinaldo di Händel ideato da Pizzi avevano un ben diverso significato ed eleganza.
Ma fortunatamente tutto funziona alla perfezione per il pubblico di Parma, poiché la cambiale di matrimonio sale sul palcoscenico del Regio per la prima volta e più in generale l'opera buffa è ben poco rappresentata. Dunque tutto sembra nuovo.

Francesco Ciluffo dirige con cura la partitura rossiniana, molto attento a ciò che accade in palcoscenico, ma non è sempre seguito con altrettanta attenzione dall'Orchestra del Conservatorio di Musica Arrigo Boito di Parma, che nella sezione dei fiati appare piuttosto mediocre.

Gli interpreti, preparati dalla Scuola di Canto del Conservatorio, portano in maniera molto evidente i segni della giovinezza, dell'asprezza e dell'inesperienza, ad eccezione di Nao Yokomae, che con il suo canto corretto e ben impostato interpreta una Fanny degna di nota e di plauso, sia nel dolce canto spianato, sia nelle brillanti agilità.

Marco Granata è un bravo Tobia, soprattutto nell'interpretazione, anche se la voce è talvolta sporcata da qualche inesattezza.

Lo affianca l'istrionico Fumitoshi Miyamoto, forse un po' troppo esagitato, al punto che la resa vocale è ricca di imperfezioni.

Lorenzo Caltagirone, Edoardo, appare troppo emozionato e l'intonazione ne risente per tutta la prima parte.

Federica Cacciatore risulta migliore nell'aria di Clarina che non nei recitativi.

Vocalmente appropriato il Norton di Andrea Pellegrini, dotato anche di bel timbro, ma troppo pompato nel personaggio – e privo di cantabili – per poter esprimere un parere obiettivo.

Grande successo per tutti al termine dello spettacolo.

 
 
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