L'America luminosa e piena di dollari non solo contagia con i suoi ritmi di
charleston e shimmy gli altezzosi abitanti del regno di Silvaria in crisi nera
(attualità purtroppo...), ma anche il foltissimo pubblico che riempie la
bellissima e storica sala del Teatro Valli di Reggio Emilia nella
sera del 22 febbraio u.s.ed è successo per la Compagnia Italiana di
Operette in un tempio del genere della piccola lirica.
In scena la rara, ma meravigliosa "DUCHESSA DI CHICAGO" di
Kalman l'autore di quel gioiello musicale che è "La
Principessa della Czarda".
Il compositore scrive la "Duchessa" in casa del suo fraterno
amico George Gerswin e si sente!
Alle languide czardas della sua terra alterna lo swing ed i ritmi indiavolati
del charleston e dello shimmy in una sapiente e seducente fusione che incanta ed
avvince chi ascolta.
La compagnia in scena è giovane e frizzante e sa bene incatenare lo
spettatore in un vortice di recitazione, danza e canto senza forzature e cadute
di stile.
Nel ruolo del titolo l'affascinante Silvia Santoro soubrette
di sicuro avvenire, disinvolta, dalla voce che ricorda un pò le principesse di
Disney, non lirica, ma dolce, intonatissima e piacevole all'ascolto.
Suo segretario ed accompagnatore il comico Matteo Micheli
simpatico, buffo attore versatile che ben sa usare le sue carte sceniche.
Gioielli della compagnia i due caratteristi che giganteggiano sul
palcoscenico Marco Prosperini nelle vesti di re Pancrazio
dignitoso dapprima nella rovina del suo regno poi americanizzato
completamente. L'attore sa usare ogni registro e si muove da vero leone del
palcoscenico.
Suo corrispettivo femminile una meravigliosa leonessa la Cristina
Chiaffoni che riesce a tenere in sua mano gli spettatori nel monologo
lungo e sfaccettato da mille toni e sfumature della sua Dobrugia tanto
da guadagnarsi un entusiastico applauso dal non facile ed esperto pubblico
reggiano.
Molto morbida dall'emissione sicura e musicalissima la voce del tenore
Massimiliano Costantino nel ruolo del Principe Sandor
l'attore è corretto e la figura scenica è bella .
La danzatrice Giorgia Bernabei tratteggia una fresca e
deliziosa Rosemarie avremmo voluto una voce più sicura ed una
recitazione con meno inflessioni, ma siamo sulla buona strada.
Buone le prove dei giovani attori che rispondono al nome di Gianvito
Pascale, Francesco Giuffrida, Antonello Crosatti e Mattia Rosellini.
La regia dello stesso Marco Prosperini cura nel dettaglio
ogni singolo personaggio esaltando i singoli caratteri dei personaggi e dando
sapienti pennellate ad ogni battuta ed espressione. Le coreografie di
Monica Emmi sono piene di fuoco in linea con la bella regia ed esaltano
le singole capacità di ogni giovane e bellissima ballerina della compagnia con
particolare menzione ai momenti della Czardas e del Tip tap davvero
godibilissimi.
Le scene di Pasquale Di Iorio sono belle ed aiutano
regista, coreografa ed artisti a creare uno spettacolo gradevolissimo. I costumi
luccicanti e attinenti all'epoca (meravigliosa la vestaglia da diva del cinema
muto della Chiaffoni!) sono una gioia per chi assiste.
Le basi musicali curate dal Mº Maurizio Bogliolo sono molto
belle anche se rimpiangiamo l'orchestra dal vivo, ma si sa la crisi non colpisce
solo Silvaria... complimenti al maestro Bogliolo per avere curato le parti
corali che rendono più prezioso il tutto.
Siamo usciti dal teatro contenti e consapevoli che la piccola lirica se ben
fatta può stare al pari della sua grande sorella!
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