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Recensione dell'opera L'Olandese Volante di Wagner dal Teatro Ponchielli di Cremona

William Fratti, 22/11/2013

In breve:
Il Teatro Ponchielli di Cremona, dopo Otello di Giuseppe Verdi, festeggia il Bicentenario verdiano e wagneriano con una nuova produzione di Der fliegende Holländer, rappresentato per la prima volta sul palcoscenico cremonese. L'opera romantica non è certamente tra le migliori del compositore tedesco, ma si colloca comunque nel grande repertorio, sia per la sua vicinanza all'espressione musicale italiana, sia per la sua unanime collocazione di prima opera matura di Richard Wagner.


Lo spettacolo è affidato alla cura del talentuoso Federico Grazzini che però, in questa occasione, non riesce a mettere in scena le sue valide capacità: nei lunghi pezzi solistici o negli altrettanto infiniti duetti gli interpreti sono lasciati al solo fraseggio, causando noia e monotonia. Fortunatamente riescono meglio le pagine corali. Inoltre le poche azioni compiute non sono filologiche: le parole pronunciate da Senta, Mary e le altre donne lasciano chiaramente intendere che stanno filando, mentre la scena è trasposta in una stireria industriale, di cui Erik è la guardia di sicurezza, pur dicendo di essere un cacciatore. I costumi di Valeria Donata Bettella sono adeguati alla trasposizione, semplici e di effetto cupo. Anche le scenografie di Andrea Belli sono opportune, ma troppo povere per smuovere un po' l'eccessiva piattezza. Né ci riescono le proiezioni di Luca Scarzella, molto scolastiche e ben poco ricercate. Efficaci, ma senza lodi, le luci di Pasquale Mari.

Migliore è il versante musicale, con la sapientemente romantica bacchetta di Roman Brogli-Sacher alla guida dell'Orchestra I Pomeriggi Musicale, che si mostra in buono stato, se non per qualche imprecisione nei fiati, soprattutto i corni.

Thomas Hall può essere considerato un esperto del ruolo dell'Olandese, e della sua vocalità si apprezzano l'ampio volume, lo squillo luminoso, nonché il fraseggio eloquente.

Anche Patrick Simper è specialista del personaggio di Daland e lo esegue con accuratezza e disinvoltura.

Elena Nebera sarebbe una Senta eccellente se non fosse per le difficoltà che trova nel settore acuto. La voce è morbida, la linea di canto omogenea, l'interpretazione sentita e il fraseggio ricco di sfumature.

Kor-Jan Dusseljee fa parte di quella generazione di tenori avvezzi al canto forte. Non si notano errori nella sua esecuzione di Erik, ma c'è molta povertà d'accento e di colore.

Decisamente migliori Gabriele Mangione nel ruolo squillante del timoniere, con cui mostra acuti ben posizionati in avanti e un morbido canto all'italiana, e Nadiya Petrenko nei panni di Mary.

Sufficiente la prova del Coro del Circuito Lirico Lombardo diretto da Antonio Greco.

 

 
 
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