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Risposte per il messaggio:
Respirazione, questa sconosciuta!

 

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  • Autore: Aly, 01/10/2009

  • In questo topic mi propongo di trattare di un argomento MOLTO gettonato: la respirazione. Nel canto lirico è importantissima, basilare; in essa risiede il segreto dell'appoggio, del sostegno, dei filati, degli acuti morbidi, delle colorature etc, ma quanti di noi la attuano correttamente? Esiste una sola respirazione o ve ne sono diverse? Dove occorre prendere il fiato? Come devono essere i muscoli addominali al momento di inspirare? E durante l'espirazione? Non mi propongo di dare UNA SOLA risposta a tutte queste domande, essendo io solo una studentessa; piuttosto chiedo a tutti voi di portare la vostra esperienza come io porterò la mia per essere d'aiuto a chiunque volesse consultare questo forum. Da questo dialogo e scambio di informazioni, esperienze e problematiche potremmo essere in grado di cogliere, nel racconto di un altro, proprio quell'errore che ci affligge e che non comprendevamo. Ora, la mia parte. Io dico (mi hanno insegnato) che la respirazione si fa così: si prende fiato con la bocca, rapidamente, quasi di colpo, rilassando la pancia e gonfiando al contempo la parte inferiore dei polmoni ("aprendo le costole"). Ma senza alzare lo sterno! Sembra complesso, ma non lo è. Poi la gestione del fiato avviene così: rilassare tutte le tensioni addominali e lasciare libero il fiato così da ottenere un'emissione naturale; il sostegno al fiato con l'aiuto dell'addominale avviene solo in zone critiche (superamento del passaggio, tessitura acuta, salti di ottava) mentre in tutte le altre zone, quelle "tranquille", esso non è praticamente usato, ma si tratta di una semplice questione di equilibrio del fiato. La quale, ribadisco, si realizza con la rilassatezza della muscolatura, con la concentrazione e con esercizi propedeutici. Voi che ne pensate? Ah, dimenticavo la cosa più importante: FUNZIONA!
  • Autore: Yuri, 18/11/2009

  • Ciao Aly, ti ritrovo su questo forum e, non a caso, su questo argomento! Credo fermamente nello scambio di informazioni e nell'aperta discussione sulle tematiche del canto. E' nell'assenza di queste che la confusione regna e che inventate, personali spiegazioni sbocciano e proliferano spesso fuorviando coloro che non hanno adeguata conoscenza in materia. Dunque. Dici che ti e' stato insegnato ad inspirare 1)velocemente, 2)dalla bocca 3) senza alzare lo sterno. Mi permetto di notare in merito al primo punto che nella letteratura musicale per ogni tipologia vocale esistono momenti in cui il fiato va' preso velocemente, ma in altrettanti, forse piu' numerosi casi, non e' necessario inspirare velocemente ed e piu' indicato, sia per motivi estetico-interpretativi sia meramente tecnici, distribuire la presa dell'aria in un tempo piu' lungo e in maniera non frenetica. Con riguardo al secondo punto in esame, respirare con la bocca non sembra interessare decisivamente la coordinazione muscolare del torso. E' da notare che, a parita' di un tempo relativamente breve, il volume d'aria preso dalla bocca e' maggiore di quello preso dal naso e percio' inspirare dalla bocca puo' essere preferibile all'inalare dal naso. Tuttavia, per provare l'esperienza di "un buon fiato" come credo che lo descriveresti tu, una lenta inspirazione dal naso, eseguita con calma e senza iper-saturazione dei polmomi (come per annusare un fiore) e' piu' consigliata. Con riferimento al terzo punto, e' molto importante specificare cosa intendi: la posizione dello sterno e' fondamentale nel canto lirico -e non solo- per la realizzazione dell'appoggio; infatti, il consiglio di mettersi in postura nobile e' mirato proprio ad alzare lo sterno in una posizione relativamente alta (alza le braccia sopra la testa, inspira lentamente e espirando abbassa le braccia lateralmente fino a portarle ai fianchi; nel farlo non lasciare cadere lo sterno dalla posizione raggiunta con nel distendere le braccia: questa e' la posizione nobile, nota come anche il collo e' in linea con le spalle e sembra essere corto davanti e lungo dietro, mento non verso l'alto ne verso il basso). In questa posizione, le costole fluttuanti sono piu' "aperte" e, dato che il diaframma e' collegato ad esse ai lati anch'esso si trova ad essere piu' allungato nel distendersi con l'inspirazione, agendo a sua volta come leva a supporto di una maggiore apertura delle costole. Ne consegue che il volume d'aria a disposizione e' maggiore e non solo: tenendo la posizione finche' possibile , come avvisava Lamperti con il termine lotta vocale e con il consiglio di non abbandonare la posizione dell'inspirazione per l'espirazione, si ritarda la risalita del diaframma, che rimane steso per tutta la durata dell'espirazione, e si riduce cosi' la pressione sottoglottidea permettendo alle corde vocali di fare il proprio lavoro senza dover chiudersi piu' energicamente del dovuto (se il muscolo intrinseco alla corda e' troppo teso, la sua densita' e' maggiore e diminuisce la sua capacita' di allungarsi - come per salire nella gamma dei suoni- e di vibrare in maniera naturale - il vibrato aumenta di velocita', ne parlavi in un altro post). Tra l'altro, mi permetto di notare che in questa posizione strutturale e' difficile cercare di far risalire le spalle e la parte alta del torace ("prendere il fiato in alto" come lo descrivi: si crea una tensione nei muscoli del torso e del collo, che minera' la liberta' della laringe) o spingere in fuori l'addome ("prendere il fiato troppo basso": se cio' avviene, e' evidente subito come le costole fluttuanti collassino rovinando la coordinazione necessaria all'appoggio classico della scuola Italiana e come non ci sia controllo sull velocita' di espulsione dell'aria). Sono aperto ad ogni discussione! Saluti e auguri!
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