2) SE RITIENE CHE CI SIANO STATI DEI CAMBIAMENTI, SECONDO LEI QUAL È STATA LA CAUSA PRINCIPALE?
Sicuramente l'
evoluzione e gli indirizzi della didattica, in parte legati alle diverse intenzioni estetiche e in parte condizionati dall'evolversi del Teatro in musica e del suo ruolo espressivo.
Tornando molto indietro, le esigenze del canto nel XVI e XVII secolo, non avendo problemi particolari di estensione e udibilità,
favorivano infatti molto di più la libertà di pronuncia e l'adeguatezza alla poetica del "recitar cantando".
Il bisogno di far più volume dell'opera romantica doveva invece potenziare lo sfruttamento del "megafono" per
arricchire il suono nei suoi armonici, economizzando in spesa muscolare.
Ciò però era possibile solo con la ricerca e il mantenimento di un adeguato spazio faringeo (quindi minori spostamenti linguali) a scapito dell'intelligibilità.
A questo punto, le cavità di risonanza, dal loro primario scopo di organi di articolazione della parola,
vennero sempre più assumendo questo secondo ruolo, che non sempre permetteva di conciliare la chiarezza della dizione con quella dell'uniformità e portanza del timbro.
E' una regola di fonetica acustica: più lasciamo libertà alla lingua e alle labbra di pronunciare l'articolazione di vocali e consonanti come nel parlato, più permettiamo spostamenti dei picchi armonici con manifestarsi di differenti risultati timbrici, cioè minore uniformità di "colore" (vi sembrerà strano, ma anche la differenza tra le vocali è solo una differenza di timbro del suono); mentre
tutte le volte che cerchiamo di mantenere costantemente ampio lo spazio faringeo e limitiamo gli spostamenti della lingua, rendiamo più omogeneo il colore della nostra voce, in quanto permettiamo minori spostamenti dei picchi, ma
a scapito dell'intelligibilità fonemica.
Ecco perché alcune delle grandi "vocaliste" che ricordiamo per purezza e omogeneità di emissione hanno a volte intelligibilità precarie (evidentissimo il caso di Joan Sutherland), mentre le grandi "dicitrici" (Maria Callas ad esempio) mostrano maggiori cambiamenti nel colore tra i vari ambiti tonali dell'estensione.
Il segreto che le fa considerare, pur nella loro antiteticità, tra i massimi soprani dal dopoguerra ad oggi, è l'aver saputo sfruttare a scopo interpretativo due processi diversi: la voce, nel primo caso, quasi attraverso una poetica di astrazione estetica; il fraseggio e l'articolazione, nel secondo, piegando a scopo interpretativo le difformità timbriche, quasi un espressionismo estetico.
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Franco Fussi.